Pensioni in aumento: ma l’assegno non sarà per tutti lo stesso

Pensioni in aumento ma non per tutti o per lo meno, non per tutti allo stesso modo: ecco le novità.

Torna al centro dell’attenzione l’argomento pensioni, caro a moltissimi italiani, è infatti notizie certa quella che il nuovo governo, guidato da Giorgia Meloni, abbia deciso di metterci mano specialmente per chi prende un salario minimo.

Pensioni
Pensioni, foto fonte Pixabay. Notizie.com

Eppure, le cose potrebbero essere più complicate e più lunghe del previsto: per quanto riguarda infatti le pensioni minime, l’aumento con tutta probabilità sarà rimandato ad un secondo momento: il rialzo dovrebbe essere da 574 a 600 euro, a quanto pare.

Ad avere confermato questo particolare è stato anche il Sottosegretario al Lavoro della Lega Claudio Durigon: “Non subito, lo faremo durante la legislatura”, parole che hanno fatto storcere il naso a Forza Italia che vorrebbe vedere l’aumento quanto prima, ovvero già da Gennaio 2023, specialmente per chi ne ha maggiormente bisogno: “Non si può dire una cosa nella riunione di maggioranza e poi un’altra fuori” queste le proteste.

Pensioni arriva la beffa: non tutti riceveranno l’aumento

Come anticipato prima, il governo ormai da tempo è al lavoro per rendere possibile l’aumento delle pensioni, ma se da un lato nei prossimi mesi questo si realizzerà per chi percepisce il minimo, lo stesso non si può dire per tutti gli altri. Fino a 4 volte il minimo verrà infatti riconosciuto il recupero pieno dell’inflazione del 2022 pari al 7,3% e qualora di andasse oltre la soglia dei 2.100 euro lordi al mese, allora in questo caso di andrà verso un calo della rivalutazione per i più ricchi e non è tutto: nel mirino ci finiranno anche i pensionati che percepiscono assegni medi e medio-alti.

Pensioni, foto fonte Pixabay. Notizie.com

Quindi per essere ancora più chiari: le buone notizie riguarderanno chi prende le pensioni minime, loro arriveranno a circa 570 euro e quindi circa 2,5 milioni di soggetti andranno 8 euro in più del previsto. Mentre notizie meno buone sono destinate agli altri: con gli assegni che arrivano a 4.192 euro l’aumento sarà dimezzato e quindi dai 4.193 a 5.240 si otterrà il 2,92% in più, mentre sopra quota 5.240 euro il recupero si fermerà al 35% ed assicurerà un aumento del 2,55%. Per concludere, con una pensione di 5 mila euro lordi, la cifra sarà rivalutata del 2,6% anziché del 7,3%, recuperando poco più di un terzo dell’inflazione: 130 euro lordi al mese anziché 318 euro, 1.690 euro nel 2023 al posto di 4.134. non spiccioli, è quasi il 60% in meno.

Insomma una decisione che fa respirare in un certo senso il governo Meloni, che in questo modo potrà risparmiare dei miliardi dai 23 miliardi di euro previsti in principio.

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