Meloni: sarebbe anticostituzionale togliere le commissioni sui Pos

Secondo video rubrica della premier, che difende le scelte prese sulla manovra, anche se conferma che qualche modifica ci sarà: un tetto alla 18app

Piena di buone notizie. Così si presenta di prima mattina Giorgia Meloni davanti alle telecamere di Fb e riportate dall’articolo del Cor Sera. È soddisfatta per il ritmo dei lavori della legge di Bilancio (e difendendo le norme sul pos chiarisce che «togliere le commissioni sarebbe incostituzionale»), sembrano appianate le divergenze della maggioranza sulle misure, appare un dato quasi certo l’approvazione della manovra entro la fine dell’anno. Altrettanta soddisfazione per i 300 milioni di euro sbloccati dalla Ue per la costruzione di un nuovo gasdotto fra l’Italia e la Tunisia. Così come per l’autorizzazione, arrivata sempre da Bruxelles, per la proroga a tutto il 2023 di decontribuzione Sud, «una misura fondamentale e che noi vogliamo rendere strutturale», per la quale verrà presentato un emendamento apposito alla manovra di Bilancio. Giorgia Meloni si rimette al lavoro dopo qualche giorno di influenza e lo fa concentrata su diversi fronti.

Il Premier
Gli appunti di Giorgia (frame)

Lo stato di avanzamento del Pnrr, dove fra Palazzo Chigi e Mef si lavora in modo sempre più intenso per centrare tutti i target previsti dal Piano entro la fine dell’anno, senza escludere un decreto ad hoc. Il Consiglio europeo che inizia giovedì e che avrà un anticipo domani sera, nella capitale belga, con la cena del vertice Asean: duplice appuntamento su cui oggi e domani la premier riferirà in Parlamento, con l’occhio puntato ai progressi possibili del dossier sul price cap al prezzo del gas, sul quale restano distanze con la Germania. Meloni ha anche partecipato al vertice del G7 in videocollegamento, alla vigilia della conferenza di Parigi sull’Ucraina (alla quale sarà presente il ministro degli Esteri Tajani).

I 500 euro al compimento dei 18 anni vengono riconosciuti a tutti, indipendentemente dal reddito

Euro
I soldi che potrebbero arrivare dai bonus del Governo © Ansa

Nel consueto appuntamento settimanale con la sua rubrica Facebook, Meloni ha corretto le notizie degli ultimi giorni sul bonus cultura: «Non vogliamo abolirlo, ma sicuramente 18app va rivista. Il primo motivo è che 500 euro al compimento dei 18 anni vengono riconosciuti a tutti, indipendentemente dal reddito. Penso che non ci sia ragione per la quale il bonus vada per esempio ai figli dei milionari, dei parlamentari o a mia figlia. Io potrei rinunciare ai 500 euro per comprarle dei libri. La stessa misura concentrata su chi ha redditi più bassi può essere molto più impattante, va introdotto un limite di reddito», ha aggiunto, sottolineando che «occorre lavorare per eliminare alcune truffe» sulla misura. La premier ha poi confermato che il governo, in tema di migranti, sta preparando un nuovo intervento: «Già dalla prossima settimana stiamo lavorando per nuove norme per fermare la tratta, perché su questo tema non intendiamo mollare. In Italia si entra solo legalmente, vogliamo combattere il traffico di esseri umani, gli ingressi illegali, le morti in mare». Meloni guarda anche a Bruxelles, perché «ovviamente molto va fatto a livello europeo»: «Abbiamo sempre rivendicato la necessità che l’Europa si occupasse di più del fronte mediterraneo, di una missione europea per bloccare le partenze».

E rivendica passi avanti: «Grazie alla posizione del governo italiano per la prima volta in Europa si fanno riunioni ed escono documenti in cui si dice che la rotta del Mediterraneo centrale è una priorità». Meloni ha anche difeso l’impianto della manovra. A partire dalla misura che elimina l’obbligo di pos per le transazioni sotto i 60 euro. A chi le chiedeva «perché non togliete le commissioni?», ha risposto: «Perché non possiamo, sarebbe incostituzionale». E poi il fisco: «Si è detto che le nostre misure sulla flat tax per le partite Iva discriminano i lavoratori dipendenti: si sostiene la tesi che estendendo la flat tax per le partite Iva fino a 85 mila euro faremmo pagare molte meno tasse di quante ne pagano i lavoratori dipendenti. Falso. Un dipendente ha due terzi dei contributi a carico del datore di lavoro, un autonomo si paga i contributi interamente. A parità di remunerazione con la flat tax a 85 mila euro la partita Iva pagherà un po’ di più senza avere una serie di diritti che i lavoratori dipendenti hanno».

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