La donna si chiama Zana Avdiu ed è un’attivista femminista. Non ha apprezzato il gesto durante la partita, la famiglia del giocatore le si scaglia contro.
Un altro caso direttamente dal Qatar. Stavolta non c’entra nulla la nazione ospitante: le polemiche arrivano dritte dritte dalla sfida della fase a gironi tra Svizzera e Serbia. Ultima partita, decisiva per il passaggio del turno. Vincono gli elvetici, poi eliminati nettamente negli ottavi dal Portogallo (6-1 il risultato finale).
Tutto nasce però dalla partita precedente, quella che ha visto vincere la Svizzera per 3-2 in rimonta contro la Serbia. Un episodio che sta avendo delle ripercussioni fuori dal campo, stando a quanto riportato dal quotidiano svizzero Blick. La scintilla è stata il gesto di Granit Xhaka, calciatore di origini albanesi e capitano della Svizzera: il classe 1992 ha provocato infatti la panchina avversaria mettendo la mano nelle parti basse. Una mossa che, tra l’altro, ha finito per accendere ancora di più gli animi durante il match, già tesissimo di per sé per la posta in palio e la rivalità tra i due paesi.
Un fatto che ha portato la giornalista Zana Avdiu, attivista femminista, a criticare pesantemente il suo atteggiamento sul terreno di gioco. “La sua azione è vergognosa, un atto che sembra quello di un bambino per strada”, ha detto la donna sui propri profili social. Ha rincarato la dose in una diretta televisiva: “Cosa diciamo alla nostra società quando vediamo certi gesti? Quello che ha fatto Granit Xhaka simboleggia l’abuso sessuale”. Delle dichiarazioni che non sono andate giù alla famiglia di Xhaka, tanto da essere minacciata – secondo le ricostruzioni – dal padre e dal fratello dell’esperto centrocampista dell’Arsenal. Il papà ha chiamato proprio durante la diretta per un confronto con la giornalista. Ora, secondo la stampa elvetica, Zana Avdiu sarebbe sotto scorta per evitare qualsiasi tipo di ripercussioni.