In merito all’inchiesta ‘Qatargate’, anche il numero uno di ‘Italia Viva’, Matteo Renzi, ha voluto dire la sua. Lo ha fatto intervenendo alla trasmissione ‘Mattino Cinque’
Oramai da giorni non si sta parlando d’altro di un vero e proprio terremoto che ha colpito la politica estera. Anche se, a dire il vero, colpisce anche il nostro Paese. Ovviamente ci stiamo riferendo alla vicenda ‘Qatargate‘. In manette ci è finito non solamente Antonio Panzeri (ex europarlamentare del Pd, insieme a moglie e figlia) ma anche la vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili ed altri due esponenti.
Le accuse nei loro confronti sono gravissime visto che avrebbero ricevuto delle “mazzette” da Paesi. Una vera e propria corruzione. In merito a questa vicenda ha voluto dire la sua anche uno che del Pd ha fatto parte ed ha scritto la storia. Stiamo parlando dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Intervenuto nel corso del programma ‘Mattino Cinque‘ ha ribadito il suo pensiero in merito a questa vicenda che ha scatenato polemiche ed indignazione.
Inchiesta Qatargate, Renzi: “Sorta di ipocrisia a sinistra“
Queste sono alcune delle parole rilasciate dal leader di ‘Italia Viva’: “Le responsabilità penali sono sempre personali. Certo è che in alcuni casi c’è una sorta di doppia morale, una sorta d’ipocrisia, a sinistra: quando le cose le fanno gli altri sono corrotti e pericolosi, quando le cose succedono in casa loro sono compagni che sbagliano. Non va bene. I moralisti senza morale non hanno più futuro“.
In merito alle parole della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, non è affatto d’accordo: “Per il momento si tratta di un fatto di corruzione. Bisogna aspettare ed essere garantisti. Può sempre spuntare la presunzione di innocenza. Mi fa arrabbiare quanto dicono che sono gli italiani quando non è così. Ricordiamo che tutto gira intorno a un ex eurodeputato che se ne è andato dal Pd quando arrivai io perché ero contro i valori della sinistra. Ora mi viene da domandare chissà che valori erano. L’Europa non può essere il luogo della corruzione“.