Approvato in Senato un emendamento al Dl Rave che riscrive le regole della gestione dei casi Covid in Italia. Niente più tampone negativo, per poter uscire basteranno 5 giorni
Entro fine anno verranno riscritte le regole sulla gestione del Covid in Italia. A certificarlo è il passaggio positivo in Senato dell’emendamento contenuto nel Dl Rave che va a modificare in maniera netta la disciplina vigente. Atteso ora il passaggio alla Camera che sarà cruciale per una sua rapida entrata in vigore.
La novità assolutamente più importante riguarda la gestione della positività. Chi risulta positivo al tampone infatti potrà uscire senza tampone di controllo negativo, dovrà attendere 5 giorni dall’accertata positività. Gli ultimi dubbi che verranno sciolti da una Circolare del Ministero della Salute nei prossimi giorni, riguardano la decorrenza di questi fatidici 5 giorni. Non è ancora chiaro infatti se il conto alla rovescia scatterà puramente e semplicemente dal giorno in cui si è risultati positivi al tampone, oppure, come più d’uno sostiene, dal giorno in cui i sintomi gravi – febbre o difficoltà respiratorie – saranno svaniti, lasciando in questo caso all’autocontrollo del cittadino la completa supervisione della propria situazione sanitaria.
Stop al green pass e dimezzato il periodo di auto-sorveglianza per contatti stretti
In attesa di sapere qualcosa in più la certezza rimane: niente più tamponi di controllo negativi sostituiti da una sorta di conto alla rovescia. Ma le novità contenute nell’emendamento non finiscono qua. Anzitutto verrà decretato uno stop ai procedimenti per le sanzioni da 100 euro contro gli over 50 ancora non vaccinati al 15 giugno scorso. Ci sarà poi una fine, se così può essere chiamata, dell’era green pass. Il pass sanitario non sarà più richiesto per entrare in strutture socio-sanitarie, socio-assistenziali, negli hospice, nei reparti di degenza o nelle sale d’aspetto dei pronto soccorso.
Un ultima novità riguarda le situazioni di contatto stretto con un soggetto positivo. Le attuali regole impongono di tenere un regime di auto-sorveglianza di 10 giorni in cui, chi ha incontrato il positivo, deve indossare la mascherina monitorando la possibile insorgenza di sintomi. Anche qui i giorni passeranno a 5 mantenendo lo stesso regime di auto-sorveglianza. In attesa del Natale le novità sono sul piatto e nel frattempo i pronto soccorso certificano il sorpasso dell’influenza stagionale sul Covid con riguardo all’incidenza sui malati nei reparti ospedalieri.
L’incidenza dell’influenza stagionale sull’ospedalizzazione
Il numero dei positivi al Covid in forte ascesa nel mese di novembre è al momento in fase di arresto con un incremento giornaliero del 4,6% contro il 19,5% del 29 novembre. Nel frattempo però i reparti sanitari, e specie le terapie intensive, si riempiono di persone colpite dall’influenza. Il mix tra i due virus sta mettendo a dura prova gli ospedali mentre le farmacie lamentano la mancanza di medicinali proprio per l’elevato numero di richieste dovute alla forte incidenza dell’influenza stagionale.
Solo pochi giorni fa l’OMS riportava sulle pagine della rivista Nature i dati sull’incidenza del Covid sui decessi nel biennio 2020-2021 con il numero impressionante di 14,83 milioni di persone morte dopo aver preso il Covid. Tra complicanze e infezioni severe i quasi 15 milioni di decessi rievocano alla mente il periodo trascorso, ma che, forse, ora non c’è più. A dirlo sono di nuovo i dati, questa volta parliamo di quelli in mano ai nostri esperti che notano un sorpasso sia per i ricoveri in terapia intensiva che tra i decessi dei soggetti colpiti dall’influenza australiana su quelli affetti da Covid. Il motivo, ovvio per molti, sta nella vaccinazione. Mentre il nostro corpo grazie alla vaccinazione sopporta meglio gli effetti del Coronavirus, contro l’influenza siamo sprovvisti di copertura, agevolando così l’insorgere di complicanze in soggetti già afflitti da co-patologie importanti.