E’ quasi uno sfogo quello del Ministro dell’Economia dopo l’approvazione della manovra da parte dell’Europa
“Noi giochiamo la Champions, altri 10 Paesi sono in Europa League, venite a contestarci che giochiamo in Champions League?“. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la butta sul calcio e i rilievi fatti dalla Commissione Ue sulla manovra economica italiana li derubrica a «un pelo nell’uovo», ma non nasconde «la grande soddisfazione», perché «la commissione ha promosso la nostra manovra giudicandola “in linea” e quindi «l’Italia è inserita nella metà dei Paesi europei che sono dalla parte giusta: abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione». La promozione Al Mef si tira dritto dunque. Nonostante le critiche Ue, la preoccupazione, ammesso ci sia, è davvero ben celata. Perché per tutti la posizione dell’Europa è comunque «una promozione».
La premier Giorgia Meloni, «particolarmente soddisfatta», parla di «valutazione positiva che conferma la bontà del lavoro del governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta». Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (FI) sottolinea come «la positività della manovra italiana è confermata anche dai risultati dei mercati con lo spread tornato ai livelli del governo Draghi». E sul contante puntualizza: «C’è un tetto a livello europeo a 10 mila euro, noi siamo abbondantemente sotto quella cifra». Di «promozione» parla anche il sottosegretario all’Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari (FdI): «Conferma l’ottimo lavoro svolto dal ministro Giorgetti e da tutto il governo, l’Italia è sempre più solida e credibile nel contesto europeo».
“A noi serve mettere le basi per avere un Paese dinamico e competitivo”
Avanti con le pensioni Il percorso intrapreso su pensioni e tetto al contante quindi non cambia e anzi, rivendica il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (Lega), «sulle pensioni abbiamo fatto una riforma equilibrata che è solo il primo passo perché l’obiettivo è Quota 41». E pure per Forza Italia sulle pensioni c’è ancora da fare perché, spiega il capogruppo in commissione Bilancio Roberto Pella, l’aumento delle minime a 600 euro per gli over 75 «è imprescindibile» insieme con la decontribuzione sulle assunzioni degli under 35: il ministro Giorgetti «si è impegnato a trovare le risorse». «Centralità» confermata dalla sottosegretaria all‘Economia e Finanze, Sandra Savino (FI) «a partire già dalla prossima manovra, condivido la valutazione del segretario generale Cisl Luigi Sbarra sulla spesa pensionistica: a noi serve mettere le basi per avere un Paese dinamico e competitivo».
Per quanto riguarda il tetto all‘obbligo del Pos, altro rilievo della Commissione, le trattative tra governo ed Europa continuano e il limite potrebbe scendere a 30 euro. Ma l’opposizione attacca: «Manovra misera» dice il leader M5S Giuseppe Conte annunciando «battaglia, non ostruzionismo, siamo un’opposizione intransigente, non dannosa». Il caso Mes Intanto scoppia un caso Mes, il meccanismo europeo di stabilità la cui riforma non è stata ancora ratificata solo dall’Italia. Nel question time di ieri alla Camera, il ministro Giorgetti lo ha definito «un’istituzione in crisi e impopolare» e prima della eventuale ratifica ha invocato «un adeguato e ampio dibattito in Parlamento», perché «l’impianto attuale del trattato istitutivo appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che siano valutate modifiche relative al contenuto del meccanismo». Parole che Luigi Marattin, capogruppo di Azione-Italia Viva in commissione Bilancio, definisce «gravi: il ministro sta dicendo che intendiamo rimanere l’unico Paese in Europa che non lo ratific