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Cronaca

Non ci sono posti nei dormitori, ragazzo muore di freddo

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Cristiano

Non ci sono posti nei dormitori, nulla da fare per un ragazzo che è morto di freddo. Per lui non c’è stato assolutamente nulla da fare

Ambulanza (Ansa Foto)

Aveva solamente 19 anni ed era arrivato in Italia quasi quattro anni fa. Scappato via dall’Egitto in cerca di fortuna. Ed invece nel nostro Paese ha trovato la morte. Nella maniera più tragica ed assurda possibile. Si chiamava Mostafa Abdelaziz Mostafa Abouelela. L’Europa era il suo obiettivo e ci è riuscito. Prima in Francia dove ha lavorato qualche mese, poi l’Italia. Ottenere il permesso di soggiorno mentre continuava a lavorare ed allo stesso tempo aiutare la sua famiglia rimasta in Egitto.

Arriva a Bolzano in cerca di fortuna. Ed è proprio che in questa città muore. Di freddo. Un qualcosa che non si può accettare. Il tutto è accaduto nella notte tra l’8 ed il 9 dicembre. Motivo? Nei dormitori non c’erano più posti. Così Mostafa è stato costretto a trascorrere tutta la notte fuori. Al gelo. Temperatura sotto lo zero (di 9 gradi). Solamente da due giorni in Italia. Una morte che ha lasciato tutti senza parole. Tanto è vero che i cittadini hanno deciso di scendere in piazza e protestare contro questa assurda morte.

Non ci sono posti nei dormitori, Mostafa muore di freddo a 19 anni

Ambulanza (Ansa Foto)

Insieme a lui un amico che ha raccontato gli ultimi atti della sua vita. I volontari vicino alla stazione li avevano mandati alla Caritas. Un pasto caldo sì, ma i letti non c’erano più. Solamente una coperta e tanti saluti. Per non congelare sono rimasti accanto ai vapori delle cucine per riscaldarsi. Per tutta la notte hanno camminato, ma le forze diminuivano sempre di più. Si sono addormentati accanto ai binari dei treni.

Il giorno dopo, avvolti dalle coperte, l’amico si sveglia ma Mostafa no. Arrivato in Alto Adige il 6 dicembre voleva ottenere i documenti per andare dallo zio ad Innsbruck. Si era recato anche all’infopoint di Volontarius per un posto letto in dormitorio. Non era il solo visto che c’erano 170 persone. Nelle prossime ore ci sarà la manifestazione chiamata ‘Bozen solidale’. Molti studenti universitari lo ricorderanno. Chiedono giustizia ed intanto non smettono di etichettare questa vicenda con una sola parola: “Vergogna“.

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