Nella giornata di ieri sono state rese ufficiali le novità del nuovo Codice degli Appalti: cosa cambia?
Era già nell’aria da molto tempo, adesso però è diventato ufficiale, nella giornata di ieri il Governo Meloni ha messo a segno un nuovo punto della sua campagna elettorale, che riguarda il nuovo Codice degli Appalti.
“Il nuovo Codice degli appalti rappresenterà un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della nazione” sono queste le parole del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini che ha raccontato il testo in questione basandosi su due principi fondamentali: il primo è il principio del risultato per fare in modo che il tutto venga svolto nel minore tempo possibile e con migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza e poi il principio della fiducia ovviamente nei confronti della pubblica amministrazione.
“È la migliore battaglia alla corruzione e al malaffare che ci possa essere, più breve l’iter meno uffici devi girare più rapido è l’appalto più difficile per il corrotto incontrare il corruttore. Si aiutano i piccoli comuni, si dimezzano le garanzie chieste alle imprese” queste le parole conclusive dello stesso Salvini.
Riduzione dei termini per la progettazione, che comprende: “L’istituzione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici di un comitato speciale appositamente dedicato all’esame di tali progetti; un meccanismo di superamento del dissenso qualificato nella conferenza di servizi mediante l’approvazione con decreto del presidente del Consiglio dei ministri; la valutazione in parallelo dell’interesse archeologico”. E ancora la reintroduzione dell’appalto integrato senza i divieti previsti dal vecchio codice del 2016.
Ma non è tutto, tra i punti cardine presenti nel documento, anche: il cosiddetto subappalto a cascata, per le concessioni scelte senza gara ci sarà l’obbligo di appaltare a terzi una parte compresa tra il 50 e il 60 per cento dei lavori, dei servizi e delle forniture. E ancora: obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5 per cento, con il riconoscimento in favore dell’impresa dell’80 per cento del maggior costo.
Infine, torna la figura del general contractor che sarà: “Tenuto a perseguire un risultato amministrativo mediante le prestazioni professionali e specialistiche previste, in cambio di un corrispettivo determinato in relazione al risultato ottenuto e alla attività normalmente necessaria per ottenerlo”. Per quanto riguarda l’esecuzione, invece, è stata decisa la facoltà per l’appaltatore di richiedere, prima della conclusione del contratto, la sostituzione della cauzione o della garanzia fideiussoria con ritenute di garanzia sugli stati di avanzamento, sempre secondo quanto riporta il Corriere.it.