Il numero uno degli arbitri ha lasciato il suo ruolo proprio il giorno prima del Consiglio Federale. Il suo era un atto dovuto
Alfredo Trentalange non è più il presidente dell’AIA. Il numero uno dell’associazione italiana arbitri ha rassegnato le proprie dimissioni, alla vigilia del Consiglio Federale previsto lunedì a Roma. La verità è che non dovrebbe essere il solo. Per quello che è accaduto alla procura degli arbitri, dovrebbero essere tutti a lasciare il loro incarico, ma in Italia le colpe devono ricadere sempre e solo su un’unica persona.
Nelle ultime settimane l’AIA ha dovuto fare i conti con il caso del procuratore arbitrale Rosario D’Onofrio, arrestato per traffico internazionale di droga lo scorso 10 novembre. Trentalange è stato ascoltato pochi giorni fa dalla Procura Federale dopo che gli era stato notificato l’avviso di conclusione indagini da parte del procuratore Federale, Giuseppe Chinè. Nelle motivazioni si ipotizzavano “comportamenti disciplinarmente rilevanti” da parte di Trentalange relativamente alla gestione del caso D’Onofrio.
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