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Cronaca

Ultimo Angelus di Avvento, il Papa lancia un doloroso appello

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Francesco Gnagni

L’appello del Papa pronunciato al termine dell’ultimo Angelus di Avvento, in cui esprime grande preoccupazione per alcune situazioni umanitarie. Due in particolare. 

(Ansa)

Nello specifico, il Papa ha parlato per quanto sta accadendo nel Nagorno-Karabakh, area a dodici chilometri dal punto in cui gli azeri hanno bloccato, dal 12 dicembre scorso, il Corridoio di Lachin, unico collegamento con l’Armenia.

L’appello del Papa per gli armeni del Nagorno-Karabakh

Un’azione che ha portato all’isolamento di migliaia di persone, oltre che avere impedito la fornitura di cibo e medicine. Attualmente sono infatti centoventimila gli armeni del Nagorno-Karabakh, di cui trentamila bambini, ad oggi isolati e bisogno di cibo, di medicine e di generi di prima necessità, tra i quali ci sono anche famiglie rimaste separate. Il tutto a causa di vagheggiate e presunte “ragioni ambientali” indicate dagli azeri come causa del blocco dei nove chilometri di collegamento tra i due territori, dall’Armenia al Nagorno-Karabakh.

Non bastasse, nei giorni scorsi è stato anche chiuso il gasdotto che va dall’Armenia all’Artsakh passando per il territorio sotto il controllo dell’Azerbaigian, generando un enorme sofferenza viste le condizioni metereologiche che si stanno presentando, portando cioè a gravi preoccupazioni umanitarie, come sottolineato in questi giorni anche dall’Unione Europea.

Davanti a questa situazione di grande disagio il Papa ha voluto così esprimere la sua apprensione. “Mi preoccupa la situazione creatasi nel Corridoio di Lachin, nel Caucaso meridionale. In particolare sono preoccupato per le precarie condizioni umanitarie delle popolazioni che rischiano ulteriormente di deteriorarsi nel corso della stagione invernale”, ha detto Bergoglio, appellandosi “a tutti coloro che sono coinvolti di impegnarsi a trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone”.

(Ansa)

Il pensiero per l’Ucraina

Bergoglio ha poi rivolto un pensiero anche alla “martoriata” popolazione ucraina, come ogni Angelus dal 24 febbraio scorso. Ieri infatti nel Paese è stata ripristinata l’energia elettrica per quasi 6 milioni di abitanti, dopo gli attacchi missilistici russi di venerdì, ma sono ancora molte le problematiche di tipo umanitaria, legate anche alla fornitura di acqua in alcune zone ucraine. Mentre funzionari ucraini hanno sostenuto che sarà impossibile che la guerra finisca prima della prossima estate.

“La Vergine Maria tocchi i cuori di chi può fermare la guerra”, è la preghiera del Papa. Poi l’appello al mondo: “Non dimentichiamo la sofferenza di quel popolo, specialmente dei bambini, degli anziani, delle persone malate. Preghiamo, preghiamo!”.

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Francesco Gnagni