Il piccolo aveva la “colpa” di non riuscire a contenersi e di farsela addosso. Così, l’uomo e la sua compagna, hanno deciso di farlo dormire a -6 gradi. Venerdì scorso in tribunale è arrivata la prima sentenza, le prove hanno lasciato senza parole la giuria
Una giuria di Long Island ha ritenuto Michael Valva, un ex ufficiale della polizia di New York accusato degli abusi mortali su suo figlio autistico di 8 anni, colpevole di omicidio di secondo grado. Valva, inoltre, è stato ritenuto colpevole di pericolo procurato per lo stesso bambino e per il fratello di 10 anni.
Il riferimento è a un episodio tragico avvenuto due anni fa e che ha colpito moltissimo non solo l’opinione pubblica, ma pure la stessa giuria. Chi era presente riferisce che si poteva sentire uno spillo cadere per terra mentre veniva letto il verdetto. Si tratta della tragedia che ha portato alla scomparsa di Tommy, lasciato morire al freddo in garage solo perché, in quanto autistico, non riusciva a controllarsi quando doveva andare al bagno e se la faceva addosso.
Nei mesi precedenti alla sua morte per ipotermia, Tommy, 8 anni, è stato sottoposto a crudeltà indicibili, tra cui fame, percosse e abusi emotivi. Eppure l’avvocato difensore John Loturco ha sostenuto questa tesi subito dopo il verdetto: “Nonostante le carenze a livello genitoriale, Michael non voleva che Thomas morisse. C’era una quantità significativa di prove contro il nostro cliente e quindi capiamo il verdetto, ma siamo delusi“. La linea difensiva spinge sul fatto che l’ex poliziotto fosse in realtà controllato dalla sua fidanzata prepotente, Angela Pollina, che disprezzava Thomas e Anthony perché erano nello spettro dell’autismo.
Il racconto di quella tragedia
Dopo essersi trasferiti nella casa di Bittersweet Lane a Center Moriches, i due fratellini soffrirono di incontinenza. Sarebbe stata un’idea di Pollina quella di mandarli in garage, e quando hanno avuto incidenti in bagno, le intercettazioni sentono Valva esprimersi in questo modo: “Ok, li picchierò di nuovo. Parlare non funziona. Forse una faccia insanguinata lo farà“. I giurati in aula sembravano sopraffatti dalle prove, con foto e video dei ragazzi che tremavano sul pavimento di cemento, mangiando in piatti di carta e dormendo a una temperatura che ha raggiunto i -6 gradi, senza cuscini o coperte.
Nella gelida mattina di gennaio in cui Thomas è morto, suo padre lo aveva lavato nudo in giardino dopo i suoi problemi di incontinenza: in quell’occasione Thomas inciampò e cadde con la faccia a terra e sulla telecamere di sicurezza si può sentire Valva dire: “Ha freddo“, seguito da un’imprecazione. Quando l’uomo ha chiamato i servizi di emergenza, ha detto all’operatore: “Mi chiamo Michael. Sono un agente di polizia della città di New York. Mio figlio, non so se respira o no. Non so se il suo il cuore si è fermato. È caduto mentre si dirigeva verso l’autobus. Ha sbattuto la testa abbastanza bene. L’ho portato dentro. Sto facendo la rianimazione in questo momento“. Thomas però era già morto.