Migliaia di persone, che dovevano raggiungere il Sud Italia, sono stati costretti a superare ritardi monstre: ecco i video raccolti dalla nostra redazione
Una giornata di ordinaria follia e ricca di tensione per le migliaia di persone che dovevano raggiungere il meridione attraverso la rete ferroviaria. Una lunga serie di ritardi ha condizionato la giornata di molti pendolari, costretti ad armarsi di santa pazienza e ad avvertire parenti, amici e compagni di lavoro.
Una serie di guasti tecnici che hanno colpito alcuni convogli a Bologna e Milano, hanno creato ritardi e disagi. Tutti i treni diretti a Napoli, Reggio Calabria, Salerno e altri luoghi del sud Italia, viaggiano con ritardi monstre: dai trenta minuti alle due ore. “Il mio treno è un Frecciargento – dichiara Francesco – e doveva essere partito da più di un’ora verso Reggio Calabria. Purtroppo ci sono stati tanti problemi”. Tante le proteste raccolte dalla nostra redazione. In vista delle prossime feste natalizie, molti viaggiatori avevano programmato la partenza per raggiungere la propria abitazione.
Innumerevoli i disagi, raccolti dalla nostra redazione. “Dovevo raggiungere i miei parenti per passare il Natale in famiglia – dichiara una ragazza ai nostri microfoni – sono una studentessa di medicina a Perugia. Ho iniziato un lungo percorso alle 9.53 di stamattina. Alle 14.05 sono ancora a Roma Termini. E il ritardo, come ci è stato detto, sarà ancora più lungo. Dovevo arrivare a Lamezia Terme per trovare la mia famiglia. Ma non ho idea di quando riusciremo ad arrivare”.
Problemi per chi doveva raggiungere i propri cari. Ma ancora più pesante il disagio per le persone che avevano programmato un viaggio per motivi lavorativi. “Il mio treno viaggia con un ora abbondante di ritardo. Purtroppo avevo un appuntamento di lavoro in Calabria che non potrò onorare. E, da quanto ho capito, parlando con molte persone, la mia è una situazione che hanno vissuto in molti. Ora siamo riusciti a partite – dichiara un ragazzo – ma ci hanno avvisato che i ritardi continueranno ancora”.