In una lunghissima intervista al Quotidiano Libero, Antonella D’Agostino, ex moglie di Vallanzasca, svela un particolare clamoroso
“Se Renato avesse detto la verità, sarebbe libero da almeno quindici anni”. Esordisce così Antonella D’Agostino, ex moglie e amica di Renato Vallanzasca, condannato a quattro ergastoli e 295 anni di carcere per rapine, omicidi e sequestri di persona, intervistata dal quotidiano Libero. “Se Renato avesse sulla propria vita raccontato la verità, certamente sia i giudici che le persone comuni sarebbero state più indulgenti nei suoi confronti. Io non so perché si sia costruito una vita di menzogne, a partire dalla sua infanzia. Ma così è stato, purtroppo”.
L’ex moglie di Vallanzasca traccia un profilo inedito del killer, tra i più spietati e famosi in Italia. “Renato è un uomo generoso e per nulla cattivo. Lui risponde con la violenza se vede che ci sono dei soprusi e delle meschinità. Su un segnalibro io scrissi: “Quando conobbi lo scugnizzo dagli occhi blu, meno bello di quanto è stato dipinto ma più intelligente di quanto avessero scritto… Basta film che glorificano il proprio ego ma che lo allontanano dalla via maestra della verità…“. Ecco, Renato è questo: narciso e bisognoso di attenzioni e, per far sì che questo accada, è stato disposto a costruirsi una vita da quattro ergastoli”.
Antonella D’Agostino torna agli anni in cui Renato Vallanzasca era poco più che adolescente: “Dapprima, erano gli anni Sessanta, Renato trovò la moglie del fratellastro morta, uccisa e fatta a pezzi, nella cantina di casa. Poco tempo dopo anche il fratellastro venne trovato morto in un campo: e anche qui continue bugie, dicendo che si era suicidato, mentre la verità era un regolamento di conti perché faceva il “magnaccia“. Fu un colpo ferale per Renato: lui amava Ennio sopra ogni cosa, sono convinta che da quel dolore non si sia più ripreso. Faceva rapine? Erano reati stupidi: rubava caramelle e qualcosa della spesa, ma sai che cosa ne faceva? Le regalava agli anziani del quartiere o le vendeva per portare soldi in famiglia. Renato si poneva come un lord, ma erano davvero in stato di indigenza, e anche questa è una delle grandi bugie del bandito dagli occhi di ghiaccio”..
Il matrimonio e il nuovo arresto: per un paio di mutande: “Dal 1° maggio del 2005 sono riuscita a portarlo fuori dal carcere e fino al 2013 non ha commesso alcun reato. Il nostro matrimonio è stato molto bello e intenso, e il nostro rapporto, nato come amicizia, si è trasformato in amore per tornare adesso ad essere di grande e affettuosa amicizia”. Poi i benefici della semilibertà gli sono stati tolti per il furto di un paio di mutande all’Upim. “Una storia senza senso . Renato non ha rubato le mutande, le ha messe nel sacchetto per distrazione. Ma ti pare che abbia potuto fare una cosa così stupida? E ti sembra normale che per una cosa del genere revochino ogni beneficio a un uomo che per quarant’anni si è comportato bene?”. Il loro matrimonio è finito per un solo motivo: “Le donne, solo per le donne. Renato non se ne perdeva una e non sai quante facevano follie per passare del tempo sotto le lenzuola con lui”.
Il politico che scrisse a Vallanzasca
Chiusura dedicata ad un aneddoto che riguarda un politico di primo piano. Antonella D’Agostino ricorda una “busta con il timbro della Camera dei deputati, con un biglietto su cui un’onorevole negli anni 2000 gli scrisse: “Fuggiremo come i gitani nella notte…“».E chi era questa onorevole? “Non lo dirò mai: non sarei Antonella D’Agostino”.