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Cinema

Avatar è la causa della depressione di molti spettatori!

Published by
Leonardo Marcucci

Nel corso degli anni un gruppo di appassionati ha sviluppato una sorta di dipendenza dal mondo di Avatar, sfociata in una sorta di depressione.

Il primo Avatar fu senza dubbio un evento epocale nel lontano 2009, sia in positivo che in negativo. L’immediata idolatria per il mondo messo in scena da James Cameron ha raggiunto talvolta livelli preoccupanti, con alcuni spettatori fin troppo affezionati a Pandora (il pianeta in cui si ambienta anche il secondo capitolo).

Oramai, dopo svariate saghe fantasy di successo (Star Wars, Il signore degli anelli, Harry Potter), siamo abituati a vedere appassionati profondamente rapiti dai diversi mondi rappresentati, tanto da percepire il mondo reale come una versione limitata della propria vita.

La dipendenza da Pandora

Con il primo Avatar questo fu un fenomeno particolarmente diffuso, anche a causa di uno stile di vita dei protagonisti davvero primordiale, in cui i distorti valori della società consumistica lasciavano spazio all’atavico legame con i propri simili e con la natura. Migliaia di fan hanno cercato nei forum dei “modi per far fronte alla depressione dovuta al fatto che il sogno di Pandora sia intangibile”. Nel corso degli ultimi tredici anni il fenomeno è stato documentato attraverso le testimonianze dirette degli utenti affetti da tale patologia.

Ecco alcuni esempi del disagio sperimentato dopo la visione: “Mi ha fatto pensare a molte cose, non avevo idea di poter essere influenzato così profondamente da qualcosa del genere. Non sapevo quando profondamente mi avrebbe cambiato, o anche “Non voglio una vita priva di problemi, è solo che i problemi del mondo di Avatar sembravano più superabili dei miei”. L’ossessione per Pandora è sfociata anche in casi limite, come quello del 25enne Jacob Williamson, che, dopo aver visitato Pandora – The Wordls of Avatar a Disney World, si è preso un semestre di pausa dall’università.

Adesso, con l’uscita di Avatar: La via dell’acqua, si teme un ritorno della “depressione da Avatar”, anche se comprensibilmente attenuata dalla consapevolezza acquisita con il primo capitolo: “C’è sempre quel po’ di preoccupazione che possa triggerarmi di nuovo… Penso possa essere un po’ meno emozionante dal momento che è un ritorno a Pandora. Ma siccome esploriamo nuove aree mai viste, ha ancora lo shock della novità”. La saga messa in piedi da James Cameron, in effetti, pare essere un’oasi di benessere all’interno delle nostre frenetiche vite, ma speriamo che i disperati fan affetti da questo disturbo riusciranno a godersi il resto della saga senza rimpiangere il mondo fantastico di Avatar.

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Leonardo Marcucci