In un Paese ritorna la paura del Covid. E, come riportato da Il Messaggero, è scoppiata anche una nuova psicosi.
Sono passati ormai tre anni dai primi casi Covid, ma in Cina è ritornata la paura del virus tanto che gli analisti del colosso finanziario Nomura hanno parlato di “caos a livello nazionale“.
Infatti, dal 7 dicembre in Paese si sta facendo i conti con ondate di contagio salite vertiginosamente e in televisione sono ritornate immagini che ormai non vedevamo da tempo a Pechino: code davanti alla farmacie e vivai di pazienti dagli ospedali.
Una nuova risalita dei casi che sta portando le farmacie di tutto il Paese a faticare a venire incontro alle esigenze dei cittadini che debbano semplicemente curare anche un semplice raffreddore. Una situazione davvero molto complicata e che potrebbe portare le autorità locali a far ritornare il lockdown. Un piano estremo che il governo vuole evitare per la situazione economica in cui versa la Cina, ma non possiamo escludere nulla visto che i casi sono in forte aumento.
Una situazione di emergenza che ha fatto scoppiare una nuova psicosi: quella delle pesche sciroppate in scatola. Come riferito da Il Messaggero, in Cina si è diffusa la convinzione che questo prodotto ha un ruolo importante nel contrasto delle infezioni. E quindi sono sparite dagli scaffali dei supermercati e dai molti store online uno dei cibi più amati a Pechino e non solo.
Una psicosi che ha portato la Dalian Leasun Food, uno dei maggiori produttori cinesi di cibo in scatola, a smentire qualsiasi collegamento tra le pesche sciroppate e il contrasto al Covid e quindi nella nota è stato sconsigliato la corsa all’acquisto.
Ma, nonostante questo, il quadro generale è ormai fuori controllo e la Cina sembra essere ormai in ginocchio proprio per i casi Covid. Per il momento Pechino ha deciso di non mettere in campo restrizioni, ma il lockdown è ancora sul tavolo e in futuro può succedere di tutto.