Il noto avvocato, esperto di diritto sportivo, ha parlato al Corriere dello Sport, all’indomani delle mosse della Procura federale
La Procura FIGC ha deciso di riaprire il caso plusvalenze, di fatto revocando la sentenza dello scorso maggio che assolveva la Juve (e altri club) dall’accusa di aver messo a bilancio plusvalenze fittizie. Ai sensi dell’articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva, la procura federale, guidata da Giuseppe Chiné, ha notificato l’istanza di revocazione della sentenza di assoluzione della Corte Federale di Appello datata 27 maggio 2022. Si andrà dunque a nuovo processo poiché la Procura ha notato la “sopravvenienza di elementi di prova nuovi che dimostrano e corroborano la sussistenza degli illeciti disciplinari (…) che, se conosciuti, avrebbero fornito al giudicante solida base per ritenere raggiunta la prova degli illeciti contestati”.
Un terremoto che ha ovviamente scosso tutto l’ambiente bianconero, ma non solo, perché rientrano anche le otto società già citate nel primo filone e cioè Sampdoria, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara. I nuovi elementi probatori sarebbero scaturiti dalla lettura profonda delle circa 14 mila pagine prodotte dall’inchiesta della Procura di Torino. E ora cosa succederà? Difficile dirlo. Ovviamente bisognerà attendere i vari gradi della giustizia sportiva.
L’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, al Corriere dello Sport ha detto: “L‘elemento di novità è che la Procura federale ritiene di aver rinvenuto la cosiddetta pistola fumante, che i valori attribuiti ai giocatori non fossero ancorati esclusivamente a valutazioni tecnico-sportive, ma assolvessero alla finalità di ‘aggiustare’ i bilanci. La ‘pistola fumante’ consiste, ovviamente, nelle intercettazioni – telefoniche e ambientali – captate dalla procura della Repubblica di Torino e trasferite all’organo inquirente federale, nonché in alcuni documenti rinvenuti in occasione degli accessi presso gli uffici del club bianconero”. Grassani però si dice “perplesso” rispetto all’applicazione dell’art.63 che porta alla revocazione dell’assoluzione di maggio e che costituisce un mezzo straordinario: “Sarà battaglia in aula in punto di diritto”.