La clochard che, dopo aver dato alla luce suo figlio, decide di rinunciare al riconoscimento. Per un motivo che, tra l’altro, ha commosso tutti
A 24 anni ha deciso di non riconoscere il figlio. In questo modo lo stesso è diventato adottabile a tutti gli effetti. Lei ed il suo compagno (di cinque anni più grande) vivono in un piccolo centro che si trova a Cagliari. Non ha possibilità lavorativa, non ha neanche pensato al nome da dargli visto che per lei “non aveva senso”. Non solo: ha rinunciato al bambino perché la sua situazione di vita non glielo permette. Il piccolo è nato prematuramente il 2 dicembre all’ospedale di Melegnano (Milano).
Lì è nato e lì è rimasto. Mentre la madre è tornata al suo rifugio: ovvero alla stazione della metropolitana di San Donato. Tre ombrelli aperti (uno rotto), coperta militate, cartoni e carrello della spesa. Nulla più. Nell’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘ non hanno voluto rivelare i loro nomi. Si sa solamente che sono arrivati dalla Sardegna poco prima della pandemia. Insieme a loro nessun documento di riconoscimento. Per poterli rifare dovrebbero riandare in Sardegna, ma i soldi per ritornare nella loro terra non ci sono.
La clochard che ha rinunciato al figlio: “Non sono nella situazione adatta“
I due hanno vissuto anche in Germania. Il compagno come pizzaiolo dentro una fabbrica della Volkswagen. Mentre lei lavoretti in nero. Le entrate c’erano, ma i debiti aumentavano. “In prigione ti danno tutto e pure un po’ di soldi“. Sui cartoni dove si appoggiano c’è anche un libro: la donna adora leggere. Il suo grande sogno da piccola? Fare l’anatomopatologa, visto che disegnava benissimo i corpi umani.
Il suo desiderio è quello di lavorare, ma ammette che nelle sue condizioni nessuno la prenderebbe. Purtroppo la sua vita non è stata facile visto che ha effettuato molte sedute di psichiatria quando si trovava a Cagliari. Quando era minorenne la madre firmò l’interruzione di gravidanza. Lo avrebbe fatto anche questa volta, se non si fosse accorta che era incinta.