I numeri registrati nell’ultimo decennio sono estremamente preoccupanti. Per questo motivo i medici della Sima alzano l’allerta e chiedono ai sindaci di vietare questa pratica nei comuni italiani
Arriva il Capodanno e con lui, come sempre, l’allarme per i botti. Una tradizione pericolosa e nociva, come confermano i numeri che si sono registrati nel corso degli anni. Basti pensare che nell’ultimo decennio si contano oltre 3mila feriti gravi e 6 morti.
A questi dati bisogna aggiungerne poi altri, non meno importanti, relativi ai decessi di 5mila animali (tra domestici e selvatici), all’aumento delle polveri sottili del 1900% e alle 6 tonnellate di rifiuti generate, di cui la maggior parte finisce per rimanere tra le strade (o comunque difficili da differenziare, in quanto materiali composti per il 70% da cartone, plastica, legno o argilla e per il restante 30% da polvere pirotecnica, in massima parte nitrato di potassio, zolfo e carbone, con aggiunta di metalli pesanti, magnesio e rame).
Cadanno, è allarme rosso per i botti
Per questo, in vista della notte di San Silvestro che ci porterà nel 2023 i medici della Sima, la Società italiana di medicina ambientale, fanno risuonare l’allarme, chiedendo ai sindaci di imporre il divieto dei botti nei propri comuni: “Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera – ha detto il presidente, Alessandro Miani – parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene. Prendendo in esame una singola città di medie dimensioni, i fuochi d’artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono arrivare a produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere“.
Poi ha concluso: “Per tale motivo come Sima rivolgiamo un appello ai sindaci di tutta Italia, affinché in vista della notte di Capodanno varino ordinanze anti-botti che, oltre a salvare vite umane e tutelare gli animali, eviterebbero effetti devastanti sulla qualità dell’aria con benefici per la salute pubblica“.