Il Premier italiano ha sentito il leader ucraino al telefono: oltre a ribadire il pieno sostegno, i due leader hanno programmato una novità
Una telefonata per confermare il sostegno dell’Italia all’Ucraina, ribadire la vicinanza politica e istituzionale del nostro Paese a Kiev e organizzare una visita per stringere in modo ancor più convincente gli accordi tra i due Stati. Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky hanno confermato il patto tra Italia e Ucraina, programmando nuovi incontri.
“Meloni mi ha informato che si sta valutando la possibilità di fornire sistemi di difesa aerea per proteggere i cieli ucraini” e “abbiamo discusso della formula di pace”, ha dichiarato il presidente ucraino, che ha confermato le intenzioni del Premier italiano di rinnovare “il pieno sostegno del Governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina”, Meloni ha confermato la sua intenzione di recarsi a Kiev e ha invitato Zelensky a Roma, ha fatto sapere Palazzo Chigi.
Nel colloquio fra Meloni e Zelensky, che ha seguito la conversazione telefonica fra i due dello scorso 28 ottobre, il leader di Kiev ha riferito di avere espresso “gratitudine per la solidarietà e il sostegno all’Ucraina”, elogiando in particolare “lo stanziamento da parte del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti”. Ma la pace, al momento, sembra ancora lontana. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, in un’intervista alla Tass ha accusato gli Stati Uniti di voler rendere il conflitto in Ucraina ancora più violento e di volerlo “prolungare”, sostenendo che alcuni “‘funzionari anonimi'” del Pentagono avrebbero “minacciato di infliggere un ‘attacco decapitante’ al Cremlino”, “una minaccia per eliminare fisicamente il capo dello stato russo”. Poi Lavrov ha minacciato Kiev, intimando in sostanza di accettare le richieste di Mosca di “demilitarizzazione e denazificazione” altrimenti sarà l’esercito russo a decidere.
Sul campo, le sirene anti-aeree sono tornate a suonare in tutta l’Ucraina, Kiev compresa, anche se al momento non si hanno notizie di attacchi. Mentre le forze ucraine sembrano sempre più vicine alla riconquista della città chiave controllata dai russi di Kreminna, nella provincia di Luhansk. Il governatore regionale di Luhansk, Serhiy Haidai, ha dichiarato che i combattenti nella parte della città controllata dal comando russo sono stati costretti a ritirarsi a Rubizhne, pochi chilometri a sud-est, a seguito della pressione militare ucraina.