Il rapporto delle Nazioni Unite fa riflettere su quanto sta effettivamente accadendo in una delle guerre più brutte di questo secolo
In Ucraina il numero di civili rimasti uccisi dall’inizio dell’invasione russa è “considerevolmente superiore” ai 6.884 noti finora. Lo ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) che non riesce a capacitarsi di così tanta crudeltà e cecità per quello che sta accadendo tra Russia e Ucraina. Più volte gli ucraini hanno detto di aver subito attacchi senza motivo da parte dei russi, soprattutto in posti dove militari non ce n’erano, ma l’esercito di Putin continua imperterrito ad andare avanti.
Il conteggio del numero di vittime civili ucraine, secondo l’Onu, indica che i morti accertati tra il 24 febbraio e il 26 dicembre sono 6.884, di cui 429 bambini. L’agenzia, però, sottolinea che è probabile che la cifra effettiva sia “considerevolmente più alta, poiché le informazioni da zone in cui ci sono state intense ostilità è ritardata e molti rapporti sono ancora in attesa di conferma“.
Zelensky: “In tante città sono state fatte delle vere e proprie stragi”
“Solo pochi civili” sono rimasti a Bakhmut, città sul fronte orientale ucraino, martoriata da mesi di aspri combattimenti. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “L’anno scorso vivevano lì 70.000 persone. Ora sono rimasti solo pochi civili“, ha detto Zelensky su Facebook. Dopo mesi di umilianti sconfitte, le forze russe stanno ora cercando di strappare a Kiev il controllo della regione orientale di Donetsk e Bakhmut è diventata l’epicentro dei combattimenti.
A Bakhmut, “non c’è luogo che non sia coperto di sangue. Non c’è ora in cui non risuoni il terribile ruggito dell’artiglieria“, ha detto Zelensky. “Tuttavia, Bakhmut è in piedi”, ha aggiunto. Tante città in Ucraina sono rimaste desolatamente vuote. Un tempo dove c’erano persone che vivevano in tranquillità e pace, adesso ci sono solo macerie e tanti morti. Tante persone che non sono riuscite ad andare via o sono rimate uccise proprio mentre tentavano di lasciare il proprio paese. Un eccidio senza precedenti.