L’ex assistente di Panzeri ai pm belgi: la collaborazione con gli emiri già dal 2019 Il viaggio della donna dei misteri per i recenti mondiali di calcio nel Golfo Persico
Arrivano conferme. La Verità ha dato la notizia che l’intelligence olandese e quella belga, a inizio 2022, hanno riferito agli inquirenti di Bruxelles che l’ex eurodeputato e il suo compagno di partito Andrea Cozzolino sarebbero stati a libro paga del Qatar già a partire dall’inizio del 2019. E sempre ieri il quotidiano belga Le Soir ha confermato il nostro scoop, riportando quanto avrebbe riferito ai magistrati l’ex assistente di Panzeri, Francesco Giorgi, oggi in carcere come la sua compagna Eva Kaili, ex vicepresidente greco dell’europarlamento. A verbale Giorgi, che fino all’arresto lavorava per Cozzolino, avrebbe infatti dichiarato: «All’inizio del 2019 è iniziata la collaborazione. Abbiamo definito gli importi, che ho qualche difficoltà a ricordare, per i nostri rispettivi interventi. Era in contanti». Secondo il racconto dell’ex collaboratore, solo pochi mesi dopo, nel settembre del 2019, il sistema sarebbe stato reso più «professionale» con la creazione dell’organizzazione non profit Fight Impunity, la creatura di Panzeri con sede a Bruxelles. Il motivo? «Perché dovevamo trovare un sistema chiaro che non desse l’allarme».
E il Qatargate insegna che non esiste scatola più sicura delle Ong per portare avanti certi traffici. L’idea, sempre secondo le dichiarazioni rilasciate da Giorgi durante gli interrogatori, sarebbe nata nel 2018, quando Panzeri era ancora presidente della sottocommissione Diritti umani del Parlamento europeo. Ali ben Samikh al Marri, già presidente del Comitato nazionale per i diritti umani del Qatar e attuale ministro del Lavoro, avrebbe avuto l’idea di usare l’italiano per fare lobbying nella capitale belga. E il loro sodalizio si sarebbe consolidato al punto che ancora il 10 ottobre 2022, quattro anni dall’inizio della collaborazione, lo stesso al Marri si sarebbe presentato con un trolley pieno di soldi all’hotel Steigenberger wiltcher’ s per incontrare Panzeri e Giorgi e rifornirli di cash. Circa 50.000 euro, il giorno dopo, sono stati consegnati al sindacalista Luca Visentini, il quale ha spiegato che si trattava di una donazione che sarebbe servita per sua campagna per il congresso del sindacato mondiale e, in parte, per sostenere la partecipazione delle delegazioni con limitate possibilità economiche.
Il quadro d’insieme è davvero preoccupante
Ma il 28 dicembre del 2018, cioè nel periodo in cui alla presunta cricca viene la «pazza idea», viene fondata la Equality consultancy Srl, le cui quote erano per il 95% nelle mani di Luciano Giorgi, di professione preside, e del figlio Stefano (rispettivamente padre e fratello minore di Francesco), mentre il restante 5% era detenuto dalla Bellini, per gli inquirenti belgi «consulente» di Panzeri. Insomma, quando iniziano a trafficare con il Qatar, viene costituita una Srl che verrà velocemente dismessa e che ha nella ragione sociale temi di respiro internazionale come «sviluppare reti tra diversi soggetti, ong, organizzazioni imprenditoriali e controparti nei Paesi terzi»; costruire «legami economici e culturali più forti all’interno dell’Ue e nei suoi stati membri» o «promuovere gli scambi e la cooperazione tra soggetti, situati in altre aree geografiche di riferimento». Tutte questioni che hanno a che vedere con le relazioni internazionali e i diritti umani, ma poco o niente con la scuola. A settembre del 2018 era nata la gemella della Equality, a Tallin, in Estonia, il Paese con il regime fiscale più favorevole di tutta l’Unione.
Una scelta singolare per un preside, il figlio trentenne e una commercialista con lo studio a Opera, paesone a sud di Milano. Infatti anche in questo caso dentro alla compagine societaria c’erano i Giorgi e la Bellini. Poi entrambe le Equality sono state dismesse ed è nata la Fight impunity non appena Panzeri ha lasciato l’incarico di eurodeputato, lasciandosi alle spalle i possibili conflitti di interesse. È forse per questa sospetta coincidenza cronologica che l’ex sindacalista nella sua presunta confessione ha posticipato l’inizio della collaborazione con Qatar e Marocco. Secondo lui l’accordo con Doha risalirebbe al novembre del 2019, mentre quello con il regno del Maghreb sarebbe iniziato «dopo il 2019» e prevedeva che Panzeri si attivasse per evitare l’approvazione di risoluzioni scomode per Rabat, in cambio di «50mila euro». Esattamente quanto abbiamo anticipato ieri citando le informative dei servizi del Benelux. Ma le sorprese non sono finite. Giorgi avrebbe aggiunto che tramite Panzeri sarebbero stati distribuiti biglietti aerei per Doha anche a consiglieri politici, famigliari e amici, compresa una commercialista. Ed è qui che torna in auge la donna che noi della Verità riteniamo essere una figura chiave di tutta questa storia: la Bellini.