Per la premier mezzo milione di seguaci in un anno. Lollobrigida da record Crosetto spopola su Twitter. Lega, 3.094 post ma meno interazioni dei dem
Scalato Palazzo Chigi, Giorgia Meloni si arrampica anche sui social: in un anno ha guadagnato mezzo milione in più di seguaci. La premier fa il boom, mentre Matteo Salvini – che resta comunque in testa nel dato “storico” (figlio dell’impennata del 2019) – per la prima volta si ferma. Anzi, trasforma una crescita sempre più lenta in un calo di un centinaio di follower. I tempi della “Bestia” che acchiappava internauti sono lontani.
È uno dei dati principali dell’analisi dell’attività sulle quattro principali piattaforme (Facebook, Twitter, Instagram, Tik Tok) elaborata dall’Osservatorio della fondazione Italia Digitale. L’engagement (ovvero la capacità di interagire con il pubblico che è dimostrato da like, commenti e link ad altri siti) conferma il sorpasso della leader di Fdi rispetto al segretario della Lega, già registrato il mese scorso.
La ricerca, curata da Sandro Giorgetti, prende in considerazione le performance degli altri componenti del governo: tra i più popolari, in ordine di classifica, Daniela Santanchè, Guido Crosetto, Anna Maria Bernini, Nello Musumeci, Antonio Tajani e Roberto Fitto, tutti personaggi conosciuti da alcuni anni anche per le loro apparizioni sui media. Ma è Francesco Lollobrigida che ha l’engagement più alto.
Anche perché è molto aumentato, da quando è al governo, il numero di post prodotti: 427 in soli 2 mesi, su Facebook, Instagram e Twitter. L’indagine pure testimonia dell’attivismo di Crosetto su Twitter, social più seguito dall’establishment e dai media, che supera per interazioni con gli utenti Salvini e si posiziona subito dopo la Meloni. Crosetto pubblica poco (solo 52 post negli ultimi 2 mesi) ma ha un engagement per post superiore a tutti gli altri ministri, a parte Salvini e la presidente del Consiglio.
Partiti e rispettivi leader, ecco le differenze e le preferenze
È il Movimento 5 Stelle il partito con la “tifoseria” più grande, seguito dalla Lega, da FdI e dal Pd. Sono però Lega e FdI ad avere l’engagement più alto, ma per il Carroccio ciò è frutto anche di una rilevante mole di post: 3.094. «Se andiamo invece ad analizzare il dato per numero di interazioni medio a post dice Giorgetti – il dato si ribalta e riflette l’andamento del consenso generale: FdI è primo ma non molto distante sono i 5 Stelle, il Pd è davanti alla Lega ma pubblica pochissimo: solo 147 post in due mesi ». Nell’engagement generale troviamo un abisso fra le primi tre forze politiche (Fdi, Lega e 5Stelle) e gli altri. Buona la performance di Italia Viva e «drammatico», così lo definisce Giorgetti, il dato del Pd e di Forza Italia. «Per quanto riguarda i dem, sono numeri che confermano la loro scarsa strategia digitale. Peraltro il Pd – aggiunge il curatore dell’analisi – è l’unico partito ad avere un profilo Tik Tok, ma con un numero di follower insignificante, circa 7 mila: un centesimo di quelli che ha conquistato Silvio Berlusconi, che sui social si giova della sua personale popolarità ma non a vantaggio di Fi».
Come numero di follower c’è Salvini in testa. Ma prima della Meloni, al secondo posto, troviamo Giuseppe Conte, poi Renzi e Berlusconi. Nella capacità di engagement (cioé – ripetiamo – di “coinvolgere” l’utente) a primeggiare è Meloni, Salvini subito dietro e poi Conte. Quest’ ultimo però ha un numero di post molto inferiore al capo del Carroccio (317 contro 1.189). Nel Pd il confronto congressuale tra Bonaccini e Schlein è a favore del primo per numero di follower, come d’altronde ci si aspetta vista la differente notorietà tra i due contendenti. Bonaccini ha un’attività molto più intensa: negli ultimi tre mesi ha pubblicato infatti 767 post contro i 94 di Schlein. Ma l’engagement per ogni singolo post della deputata è superiore: 360 interazioni, mentre Bonaccini può contarne 198. Schlein è dunque molto più coinvolgente di Bonaccini che “passa” più tra i gruppi dirigenti e gli iscritti ma meno nell’opinione pubblica. Nella graduatoria che vede protagonisti i responsabili dei partiti, spicca l’iperproduttività di Carlo Calenda, capace di postare 1.189 contenuti in due mesi. Venti apparizioni sui social ogni giorno: nessuno come lui