Sembrerà assurdo per una band che macina milioni di euro a ogni canzone che pubblica da 40 anni a questa parte, ma anche i grandi possono sbagliare
Gli U2 sono una delle più grandi rock band della storia della musica e da oltre venti anni sono sulla cresta dell’onda. Ogni cosa che pubblicano, ogni disco che incidono, ogni tour che portano in giro per il mondo, è sempre un enorme e immediato successo di pubblico e di critica.
Il leader del gruppo, Bono Vox, ha ultimamente pubblicato un’ autobiografia dove racconta questi incredibili anni di popolarità estrema, rivelando particolari inediti e curiosi della storia della band e mettendo a nudo anche piccoli o grandi inconvenienti che hanno rischiato di minare o offuscare il loro futuro.
Una band nella storia della musica
A volte anche i più grandi possono sbagliare. Gli U2 nel corso della loro quarantennale carriera hanno venduto milioni di dischi, realizzando canzoni considerate capolavori assoluti nella storia della musica. Ma, a volte, può accadere che un’operazione di marketing o anche la realizzazione di un disco, non porti al risultato preventivato. Nell’autobiografia pubblicata recentemente, “Surrender: 40 Songs, One Story”, il frontman del gruppo irlandese, Bono Vox, ha raccontato proprio un paio questi inediti episodi che hanno portato al flop di una produzione discografica. Nel 2014, ad esempio, gli U2 misero a disposizione per conto di Apple, nelle librerie di iTunes di tutto il mondo, il loro album “The Songs of Innocence”.
Voleva essere una sorta di regalo che la band irlandese faceva a chiunque, non solo ai propri fans. Ma è risultato uno dei maggiori autogol che questo settore abbia visto negli ultimi anni. Questo regalo fu visto soprattutto come un’invasione nella privacy delle persone, una offerta non richiesta, scatenando, per tutta risposta, un’ondata di critiche enorme. Quella che doveva essere una mossa strategica per arrivare a chiunque in poco tempo si tramutò in un boomerang.
Il clamoroso flop di un disco completamente sbagliato
Ebbene si. Fu davvero un clamoroso flop l’esperimento musicale che la band irlandese tentò nel 1997 con l’album Pop. Buone le intenzioni, ma pessimo l’esito finale. La scelta di affondare il loro rock duro e puro in arrangiamenti elettronici sembrava forzata se non fuori luogo e oggi rappresenta probabilmente il più grande sbaglio di Bono e soci in oltre quarant’anni di carriera, un disco che proprio secondo Bono “Non è stato all’altezza del suo titolo. “Pop” doveva essere l’album che ci avrebbe consentito di esplorare il nostro lato New Order, riportando gli U2 nel mainstream in versione dodici pollici. Altro problema. Per definizione, “Pop” doveva essere popolare. Abbastanza basso per divertire, abbastanza alto per interessare”. Non andò esattamente così e anche il tour che seguì, chiamato PopMart, non ebbe il successo che ci sia aspettava.