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Politica

Msi, Mentana umilia la sinistra: ‘Dicono le stesse cose di 30 anni fa’

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Cristiano

Caso Msi, Enrico Mentana ci va giù pesante contro la sinistra. Tanto da asfaltarli in un lungo post che ha deciso di condividere direttamente sui suoi account ufficiali social 

Enrico Mentana (Ansa Foto)

E’ bastato un post di Ignazio La Russa a scatenare le polemiche. L’attuale presidente del Senato ha voluto festeggiare la fondazione del Movimento sociale italiano (26 dicembre 1946). Gli ha fatto eco la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti. In merito a ciò la sinistra ha voluto alzare la voce chiedendo addirittura le dimissioni di entrambi. In primis Stefano Vaccari che si è sfogato su Twitter. Tanto da definirli “incompatibili” ed “inqualificabili“. Tra i due litiganti, però, arriva il turno di Enrico Mentana.

Il giornalista e direttore del TgLa7, anche lui sui social, ha provato a fare un po’ di chiarezza in merito a questa vicenda. Tanto da dire: “Sembra un po’ la favola di “Al lupo al lupo. Ora nuova ondata perché effettivamente i vincitori delle elezioni rivendicano quel passato”. Non solo ha ricordato che il Msi è stato in parlamento per 38 anni, ma ha voluto spendere due parole anche su La Russa: “La mia generazione lo ha visto agitatore di piazza neofascista, eletto di Msi, Alleanza Nazionale, Popolo delle Libertà, ministro della Difesa, poi in Fratelli d’Italia e ora presidente del Senato”.

Caso Msi, Mentana punta il dito contro la sinistra

Enrico Mentana (Ansa Foto)

Lo stesso giornalista si è lamentato del fatto che, proprio sul presidente del Senato, ci sono gli stessi articoli. Con la differenza che, dal 194, è cambiato il gatto che fu la destra a vincere le elezioni. Poi il dito puntato contro la sinistra: “Cominciassero a trasferire la loro attenzione non su La Russa, Isabella Rauti, Giorgia Meloni, ma sugli elettori che li hanno votati. Dar dei fascisti a questi milioni di elettori è un po’ più difficile”.

Anzi, tenta di dare anche un “consiglio” su come battere la destra: “Magari offrendo una politica migliore sulla scia di una diversa idea di futuro”. In conclusione ci ha tenuto a ribadire: “Vince chi convince di più, e poi governa. Servono idee più che persone, analisi autocritiche più che invettive“.

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