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Pelé e i clamorosi retroscena di mercato: vicinissimo a un’italiana, poteva giocare in Serie A

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Carlo Roscito

Nei momenti di dolore per la scomparsa dell’ex stella brasiliana riescono fuori le trattative di mercato sfumate all’ultimo. Potevamo ammirarlo da molto più vicino…

Sì, poteva essere ammirato da più vicino. Retroscena di un calciomercato in bianco e nero, assume tutti i colori del mondo e una grande dose di romanticismo nel giorno della sua dolorosa scomparsa. Ebbene sì, Pelé avrebbe potuto giocare in Italia: ci è andato vicino per tre volte. Le big del Nord hanno provato in più occasioni ad accaparrarselo: contratti già firmati e poi strappati, cambi di programma, segreti svelati dal campione brasiliano stesso.

Pelé è scomparso all’età di 82 anni. Negli anni sono state svelate le trattative con club italiani sfumate in extremis (Ansa Foto)

In principio fu il Mondiale del 1958 e l’innamoramento di Angelo Moratti, ex presidente dell’Inter. Un racconto che il figlio Massimo, poi patron del Triplete del 2010, ha consegnato alle pagine della Gazzetta dello Sport. “Era tutto fatto, mio padre lo aveva ammirato nei Mondiali del ’58, quando nemmeno maggiorenne trascinò il Brasile al trionfo. La trattativa saltò soltanto per colpa di una sommossa popolare”. I tifosi del Santos, spinti da un attaccamento quasi viscerale, bloccarono tutto minacciando la dirigenza del club sudamericano in caso di cessione effettuata. “Lo ricordo perfettamente, avevamo preso Pelé per la stagione 1958-1959″, ha detto Massimo Moratti. “Papà scattò subito e se lo assicurò, anticipò le altre società interessate. Contratto regolare, firmato e solo da depositare”.

Le tre chance fallite dalle italiane

Massimo Moratti ha raccontato la trattativa saltata tra Santos e Inter quando suo padre Angelo era presidente nerazzurro: “Colpa di una sommossa popolare” (Ansa Foto)

Poi il dietrofront con l’allora numero uno del Santos costretto a cedere di fronte alle pressioni della folla. Si rischiava la rivolta. La voce della possibile partenza si sparse velocemente diventando il passaparola tambureggiante. “Era diventato un caso di coscienza, così quel contatto venne stracciato”. Meno criptica la storia con coinvolto il Milan: nel 1962, visto l’infortunio della Perla Nera, il club rossonero decise di cambiare piano e acquistare Amarildo al suo posto (che rimase a Milano fino al 1967).

Infine la Juventus, con la rivelazione social di O Rey all’inizio dell’esperienza di Cristiano Ronaldo coi bianconeri. Pelé fece l’in bocca al lupo al portoghese svelando un affare rimasto segreto fino a quel momento: “Se le cose fossero andate diversamente, forse avrei giocato anche io per la Vecchia Signora... Una sera del 1961, durante una cena, il proprietario della Fiat offrì al presidente del Santos 1 milione di dollari per ingaggiarmi! Però alla fine ho giocato solo con queste strisce”. Il riferimento è alla foto con la divisa dei brasiliani, non della Juve. Un peccato fino a un certo punto. Perché Pelé è ed è stato di tutti. A prescindere dalle maglie indossate e le trattative saltate.

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Carlo Roscito