La sera del 31 dicembre è la più “propositiva” dell’anno, il momento giusto per elencare tutti i buoni propositi per l’anno che verrà
È festeggiata praticamente in tutto il mondo, in modi diversi, ma sicuramente tutti estremamente allegri. Le tradizioni più comuni sono il classico cenone in attesa della mezzanotte, i fuochi d’artificio, l’abitudine di indossare qualcosa di rosso, le lenticchie e lo zampone, i chicchi d’uva e i famosi baci sotto il vischio.
Nel mondo romano fu Giulio Cesare a stabilire che l’anno iniziasse il 1° gennaio. Infatti introdusse il calendario giuliano nel 46 a.C. Il calendario di Numa Pompilio, in vigore fino a quel momento, prevedeva che il primo giorno dell’anno fosse il 1° marzo, Capodanno della repubblica romana.
E’ anche nota come notte di San Silvestro. Ma perché? E chi era questo Santo? Silvestro I è stato il trentatreesimo vescovo di Roma e il primo Papa della Chiesa Cattolica, dal 314 dopo Cristo, dopo che l’imperatore Costantino proclamò la libertà di culto per i cristiani. Ebbe anche il merito di ridefinire i giorni della settimana, dedicati agli dei, identificandoli con il nome generico di feria. Morì il 31 dicembre nel 335. Fu una delle figure più importanti per lo sviluppo del cattolicesimo ed è quindi considerato il traghettatore, colui che guida e trasporta le anime e le persone verso il nuovo anno. La figura di san Silvestro è anche legata a leggende che raccontano la forza della sua fede.
La più famosa tra queste leggende è quella dell’incontro con un terribile drago, che rappresenta il paganesimo, che viveva sul colle Palatino di Roma. Per salvare gli abitanti della città dalla terribile creatura, il santo si recò nel nascondiglio del mostro con solo un crocifisso in mano, scendendo 365 scalini, il numero dei giorni di un anno, per entrare nell’antro e catturare il drago. In realtà però non ci sono altri collegamenti tra la figura del Papa romano e gli sfrenati festeggiamenti di questa nottata. Quindi, nell’usanza popolare, è stata chiamata notte di San Silvestro semplicemente perché era proprio il Santo del giorno! In effetti fino al 1700 le città festeggiavano il Capodanno quando gli era consono. A Venezia, per esempio, si festeggiava il 1° marzo, a Firenze il 25, a Parigi si cominciava a contare l’anno dalla Pasqua. Nell’antica Roma il capodanno era festeggiato il primo giorno del mese di marzo. Nel 46 a.C., quando Giulio Cesare promulgò il calendario Giuliano, si stabilisce il 1° gennaio come data di inizio anno.
Le tradizioni legate a questo giorno, come sempre, si tramandano da tempo immemore e sono diverse:
Indossare qualcosa di rosso: risale ai tempi dei romani, che indossavano questo colore come buon auspicio e simbolo di fertilità.
Mangiare lenticchie come rito propiziatorio. Risale all’antica usanza romana di regalare una “scarsella”, ovvero una borsa di cuoio legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio si trasformassero in monete sonanti. Quindi mangiare lenticchie per andare incontro a dodici mesi fortunati in termini economici.
Stesso auspicio per la tradizione di mangiare dodici acini d’uva, cioè i mesi dell’anno nuovo. L’uva, tra l’altro, è associata all’abbondanza e, a livello religioso, richiama l’ultima cena, divenendo inevitabilmente simbolo di salvezza e grazia.