Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi in esclusiva a ‘Notizie.com’: “Non possiamo permettere ai giovani di drogarsi liberamente in questi eventi”.
Il dl Rave è legge ormai da qualche giorno. Il 30 dicembre, infatti, il provvedimento ha superato l’esame della Camera nonostante le dure critiche e l’ostruzionismo da parte dell’opposizione.
La sinistra e il M5s ha duramente criticato la maggioranza per aver utilizzato la ghigliottina e accorciato i tempi per arrivare all’approvazione del decreto entro il 30 dicembre, ultimo giorno utile per far diventare il provvedimento legge. L’esecutivo, però, ha deciso di proseguire per la sua strada e approvare misure sicuramente fondamentali soprattutto in vista della prossima primavera ed estate.
La nostra redazione ha contattato Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, per avere un suo pensiero su questo decreto e naturalmente per rispondere anche agli attacchi che sono arrivati in queste ultime settimane dalla sinistra.
Vittorio Sgarbi a ‘Notizie.com’: “Il Pd avrebbe fatto la stessa cosa”
Il sottosegretario alla Cultura per prima cosa ai nostri microfoni si è soffermato sul provvedimento: “Per prima cosa bisogna dire che il decreto è stato firmato dal presidente Mattarella senza chiedere ulteriori interventi. Io penso che il dl risponda a delle necessità oggettive che ci sono nel nostro Paese. Io l’ho detto più volte: non possiamo permettere ai giovani di drogarsi in spazi privati e quindi il controllo è obbligatorio. Inoltre molte volte i proprietari di casa non sono a conoscenza neanche di quello che avviene nella propria abitazione e quindi sono assolutamente d’accordo con quanto previsto da decreto“.
E sulle critiche arrivate dalla sinistra Sgarbi non ha dubbi: “La loro è la classica opposizione aprioristica. Sono certo che anche loro avrebbero fatto la stessa cosa. Vorrei ricordare che attualmente al ministero degli Interni c’è Piantedosi, che era capo di gabinetto della Lamorgese quando ci fu l’ultimo rave con Draghi premier. E quella festa fu repressa come indica attualmente la legge approvata dal Parlamento“.