Monsignor D’Ercole: “Ratzinger osteggiato da molti. Ma il tempo ci aiuterà a rivalutarlo”

Monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo emerito di Ascoli ci regala un ricordo di Joseph Ratzinger: “In un’epoca superficiale sapeva andare in profondità”

Ha lavorato tanti anni in Vaticano, a stretto contatto con Papa Giovanni Paolo II e con Joseph Ratzinger. Monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo emerito di Ascoli Piceno e volto noto della tv (ha condotto per anni il programma A sua Immagine su Rai Uno), ci racconta in esclusiva i segreti e l’eredità di un Papa che “è stato osteggiato e poco capito. Ma il tempo ci aiuterà a rivalutarlo”.

Papa Ratzinger
Monsignor Giovanni D’Ercole e Papa Benedetto XVI – Ansa –

“Abbiamo lavorato insieme nella segreteria di Stato – esordisce Monsignor D’Ercole – e durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Per la Chiesa è stata una voce che ha illuminato la verità. E’ stato un grande teologo, che in tutti i modi ha cercato di farci comprendere che l’utilizzo della ragione e l’incontro con Dio nella Fede, rappresentano la salvezza dell’umanità. Questo lo ha scritto in tutti i modi: nei suoi discorsi e nelle sue encicliche”

Esiste un Papa Benedetto XVI poco conosciuto?
“Aveva una grande capacità di esprimere la verità in maniera molto semplice. Dote che sicuramente è stata poco conosciuta. Spero che ora qualcuno se ne renda conto. Univa alla chiarezza, anche una grande umiltà e una grande disponibilità ad ascoltare. Su questo fronte credo sia stato poco capito e osteggiato fortemente”.

Osteggiato? In che modo?
“Non posso dimenticare quando gli è stato impedito di entrare all’Università La Sapienza di Roma. Lui che era un’autorità dal punto di vista della filosofia e della teologia. E’ stata una ferita grossa nella storia: per ignoranza e preconcetti hanno impedito ad un uomo come lui di poter entrare. Lui che ha sempre sostenuto che i preconcetti e l’ignoranza si battevano con il dialogo, nell’incontro e nell’ascolto reciproco. Questo è il più grande valore che questo Papa ci lascia. Ha avuto due fasi nella sua vita: quando era Papa e quando è diventato emerito. Io, avendolo conosciuto dal lato professionale, ho trovato in lui una grande umanità: un uomo di una tenerezza incredibile”.

Papa Ratzinger
Papa Ratzinger, raccontato da Monsignor Giovanni D’Ercole – Ansa –

Qualcuno ne ha criticato la scarsa empatia.
“Il suo limite era quello di non avere un grande impatto con il pubblico. In un’epoca in cui predomina l’immagine, lui non faceva parte dei personaggi che sapevano apparire. Lui era una parola, che andava ascoltata in silenzio. Il tempo ci aiuterà a rivalutarlo. Se oggi vogliamo comprendere Papa Francesco senza fraintendimenti, è indispensabile che il messaggio di Papa Benedetto sia conosciuto. In un epoca superficiale come la nostra, lui tutto era tranne che superficiale. Era uno che sapeva andare in profondità. Ha provato a rispondere alle domande sul senso della vita e della morte che tutti si pongono. Era un non banalizzatore”.

Cosa ci lascia?
L’umanità, la tenerezza, la capacità di saper ascoltare tutti: dai bambini ai grandi teologi senza banalizzare o addirittura disprezzare nulla e nessuno. Questa è la grandezza di un uomo incompreso e molte volte attaccato ingiustamente e che lascia come un insegnamento per tutti noi.

Ha un ricordo personale che vi lega?
“Ne ho tantissimi. Il più significativo è quando, a novembre del 2009, qualche mese dopo il terremoto dell’Aquila, mi chiamo e mi disse: ‘Sono stato tra quella gente, ho visto la sofferenza di quelle persone, voglio esprimere un gesto di vicinanza’. Mi nominò suo portavoce: ‘Porti la vicinanza e la tenerezza di Papa Benedetto a quella gente che soffre’. Ecco chi era Papa Ratzinger”

 

 

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