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Pelé cambiò il finale di “Fuga per la vittoria” per colpa di… Stallone

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Daniele Rocca

O Rei una volta letto il copione sostenne che il finale sarebbe stato inverosimile. A raccontare l’aneddoto è Osvaldo Ardiles.

“Fuga per la vittoria” è uno dei film più celebri degli anni ’80 e non solo. Oltre ad attori celebri come Micheal Cane e Sylvester Stallone, vantava nel cast grandi calciatori come Pelé, Osvaldo Ardiles, Bobby Moore, Paul Van Himst, Kazimierz Deyna e Mike Summerbee. Giocatori scelti per vari motivi, tutti con un palmares notevole, ma la stella era ovviamente Pelé. Il film è stato girato per gran parte a Budapest e per il match tra Alleati e nazisti venne scelto il Nándor Hidegkuti Stadion, uno dei pochi impianti che non aveva ancora i riflettori e poteva ricordare quindi uno stadio degli anni ’40.

Pelè interpreta il film “Fuga per la Vittoria” – Notizie.com –

Pelé, Ardiles racconta: “O Rei volle cambiare il finale del film”

A raccontare un aneddoto molto particolare sul film, con protagonista Pelé, è Osvaldo Ardiles. L’argentino, campione del mondo nel 1978, in un’intervista ad AS, ha spiegato che O Rei s’impose per cambiare il finale del film, un finale che – secondo Pelé – sarebbe stato surreale, a causa della tecnica calcistica inesistente di Syvlester Stallone: “Il copione prevedeva che dopo aver parato il rigore, che avevo causato io, Stallone dovesse prendere il pallone, dribblare tutti i tedeschi e segnare. Ma Bobby Moore e Pelé dissero che era impossibile, perché Stallone non sapeva neanche controllare controllare la palla. Era domenica, dovevamo finire di girare a tutti i costi e quindi alla fine è stato modificato il copione”.

Pelè (Foto LaPtesse)

Con Stallone che si limita a parare un rigore a tempo scaduto. Ardiles ha poi raccontato della fama che il film ha portato a chi vi ha partecipato: “Abbiamo vissuto insieme un mese e mezzo e mi sono divertito tanto. La portata di quel film è stata enorme. Sono stato otto anni ad allenare in Giappone e mi parlavano solo di quello. Io dicevo ‘guardate che sono stato campione del mondo’, ma tutti quanti mi chiedevano sempre la stessa cosa”. 

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