Inchiesta Qatargate, appello di Amnesty: “Bisogna pensare a lei”

Inchiesta Qatargate, arriva l’appello da parte di Amnesty International

Inchiesta Qatargate
Eva Kaili (Ansa Foto) Notizie.com

Il 2022 si è chiuso con uno degli scandali più importanti al mondo e che hanno fatto più discutere. Ovvero quello relativo al ‘Qatargate‘ dove vede come protagonisti (in negativo) anche alcuni italiani come Antonio Panzeri (ex eurodeputato) e Francesco Giorgi. Entrambi, insieme ad Eva Kaili (ex vicepresidente del Parlamento Europeo) sono indagati per corruzione. Nei prossimi giorni dovranno presentarsi al tribunale di Bruxelles dinanzi al giudice.

La vicenda va avanti. Il lavoro dei giudici continua senza sosta. Anche se c’è chi, in questa storia, è rimasta davvero da sola. Con la carcerazione da parte della coppia formata dalla Kaili e da Giorgi, non si è pensato alla figlia da parte di loro due. Si tratta di una bambina di quasi due anni che è rimasta, appunto, senza genitori. Un principio non derogabile del migliore interesse del minore. Tra l’altro sancito dalla convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Qatargate, la figlia della coppia Kaili-Giorgi è sola

La figlia di Kaili e Giorgi è rimasta sola
Francesco Giorgi (Ansa Foto) Notizie.com

Nel frattempo arriva l’appello da parte di Amnesty International. In particolar modo dal portavoce, Riccardo Noury. Lo stesso chiede che almeno uno dei due genitori deve stare accanto alla bambina. “Prima del diritto internazionale c’è il buon senso“. Il suo suggerimento? Quello che ad uno dei due vengano concessi gli arresti domiciliari. Solamente in questo modo la piccola può avere il sostegno di cui ha bisogno.

Queste sono alcune delle sue parole in merito che ha rilasciato al quotidiano ‘La Repubblica‘: “Non è che Amnesty debba suggerire alla magistratura belga quale misura adottare. Bisogna tener conto dell’interesse superiore della bambina. Rispetto persino a un eventuale danno che potrebbe arrivare alle indagini se venisse adottato un provvedimento diverso dal carcere. Altrimenti si crea un paradosso“.

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