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Curiosità

Demenza senile: quali sono i cibi che aumentano il rischio

Published by
Argia Renda

Alcuni cibi sono più dannosi di altri e in particolare degli alimenti possono favorire la demenza senile: quali sono?

Non è un problema da sottovalutare quello legato alla demenza senile, che purtroppo giorno dopo giorno, colpisce sempre più persone nel mondo. Per chi non lo sapesse, non si tratta di una vera e propria malattia, ma piuttosto di una patologia.

Demenza senile, Notizie.com

Il termine indica la ridotta capacità di ricordare, pensare o prendere decisioni, che interferiscono con le attività quotidiane, in particolare ne possono esistere diverse forme. Quello che però forse in pochi sanno è che per chi soffre di questa patologia, alcuni cibi e alimenti da mangiare son migliori rispetto ad altri: dalle tante ricerche portare avanti nel corso del tempo, infatti mangiare sano aiuta moltissimo anche il nostro cervello.

Demenza senile, ecco gli alimenti da evitare

Potrà sembrare incredibile, eppure alcuni alimenti contribuiscono ad aumentare il rischio di contrarre la demenza senile, lo studio che è stato pubblicato dalla JAMA Neurology e presentato alla conferenza internazionale dell’Associazione Alzheimer del 2022, ha appunto seguito 10.775 persone per 10 anni: “uomini e donne, con un’età media i 51 anni, che hanno compilato un questionario sulle abitudini alimentari e l’apporto calorico”.

Dal risultato finale, i ricercatori hanno scoperto che le persone che consumavano un terzo o anche di più delle loro calorie ingerendo determinati alimenti, mostravano maggiori possibilità di demenza. Ma quali sono nello specifico questi alimenti? Si tratta dei cibi ultraprocessati, ovvero la pizza surgelata e i confort food come hot dog, hamburger, patatine fritte, bibite, biscotti, caramelle, merendine e gelati. 

Burger, Notizie.com

“Le persone che hanno consumato più del 20% delle calorie giornaliere da alimenti trasformati hanno mostrato un declino più rapido del 28% nella cognizione globale e un declino più rapido del 25% nelle funzioni esecutive rispetto alle persone che hanno mangiato meno del 20%”, sono queste le parole di una delle autrici dello studio Natalia Gonçalves, ricercatrice presso la Facoltà di Medicina dell’Università di São Paulo. Per essere ancora più chiari, gli alimenti che sono ricchi di zucchero, sale e grassi aumentano sempre di più questa infiammazione e quindi sono una vera minaccia per il cervello e il corpo.

E quindi in che modo risolvere la situazione? “Le persone devono sapere che dovrebbero cucinare di più e preparare il proprio cibo. Lo so: diciamo che non abbiamo tempo, ma in realtà non ci vuole molto“, risponde la seconda autrice dello studio, Claudia Suemoto, docente di geriatria presso la Facoltà di Medicina dell’Università di San Paolo che poi aggiunge: “E ne vale la pena perché così proteggeremo il cuore e il cervello dalla demenza o dal morbo di Alzheimer”.

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