Bergoglio ha pronunciato lâomelia per i funerali del Papa emerito, citando la âdedizioneâ e la âdelicatezza di Ratzingerâ, due qualitĂ che lo hanno contraddistinto in vita. Parole toccanti che hanno ricordato la vita e la speranza di Joseph Ratzinger, contraddistinta da una fede incrollabile nellâeterno.Â
Le parole pronunciate dal Pontefice regnante in occasione delle esequie di quello emerito, Benedetto XVI, a San Pietro, non possono che essere struggenti, dure nella commozione, toccanti e capaci di restituire lo slancio profetico della testimonianza e del pontificato ratzingeriano. La morte e le celebrazioni per Benedetto XVI hanno infatti lasciato un segno nel cuore di tanti, a partire dallâesposizione della salma che ha visto un notevole afflusso di fedeli e pellegrini in Vaticano per tre lunghi giorni, fino alla traslazione del corpo avvenuta allâalba di stamane.
Bergoglio inizia il suo intervento partendo dal Vangelo di Luca, che descrive lâagonia di Cristo prima della morte, e le sue ultime parole in cui il Signore consegna lo spirito nelle mani del Padre. Davanti al Papa argentino è posizionata la bara di cipresso del suo predecessore, e ogni parole che fuoriesce dalla sua bocca fa pensare allâidentificazione pressochĂŠ totale vissuta da Benedetto XVI con il testo biblico.
âĂ il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e lâunguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, lâamore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anniâ, inizia Francesco, invitando a âdire insieme: Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spiritoâ.
A questo punto, lâesclamazione di Bergoglio per il Papa emerito è radicale e toccante. âBenedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nellâudire definitivamente e per sempre la sua voce!â. Francesco ha infatti ricordato come lâintera vita di Ratzinger sia stata segnata da questa corrispondenza e penetrazione del Vangelo nella sua vita, sigillato con quelle sue ultime parole pronunciate pochi istanti prima di morire e riportate da testimoni e media in tutto il mondo: âGesĂš, ti amoâ. âIl suo ultimo sospiro, potremmo dire, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suoâ, ha spiegato Francesco.
âMani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli: il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontĂ di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltĂ del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amoreâ, ha proseguito il Papa, descrivendo ancora quelle del Padre celeste come âmani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinchĂŠ conosciamo lâamore che Dio ha per noi e crediamo in essoâ.
Quelle stesse parole sono infatti âlâinvito e il programma di vita che sussurra e vuole modellare come un vasaio il cuore del pastore, fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo GesĂšâ, sussurra Francesco ricordando la vita di Benedetto XVI. Unâesistenza segnata dalla âdedizione grata di servizio al Signore e al suo Popolo che nasce dallâaver accolto un dono totalmente gratuito: Tu mi appartieni⌠tu appartieni a loro, sussurra il Signore; tu stai sotto la protezione delle mie mani, sotto la protezione del mio cuore. Rimani nel cavo delle mie mani e dammi le tueâ.
Quella di Ratzinger è infatti stata una âDedizione oranteâ che âsi plasma e si affina silenziosamente tra i crocevia e le contraddizioni che il pastore deve affrontare e lâinvito fiducioso a pascere il gregge: come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza dellâintercessione e il logoramento dellâunzione per il suo popolo, specialmente lĂ dove la bontĂ deve lottare e i fratelli vedono minacciata la loro dignitĂ â. CosĂŹ la figura del Papa emerito si erge sulla piazza gremita di fedeli, circa cinquantamila, e personalitĂ istituzionali, sociali e politiche.
âIn questo incontro di intercessione il Signore va generando la mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di lĂ delle incomprensioni che ciò può suscitareâ, spiega ancora Bergoglio, citando poi lâomelia nella Messa di inizio del pontificato pronunciata da Benedetto XVI nel 2005. âPascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della veritĂ di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenzaâ.
Tuttavia, ha ricordato Bergoglio, questa dedizione di Ratzinger non è stata di certo priva di consolazione. Al contrario, è stata costantemente âsostenuta dalla consolazione dello Spirito, che sempre lo precede nella missione: nella ricerca appassionata di comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo, nella testimonianza feconda di coloro che, come Maria, rimangono in molti modi ai piedi della croce, in quella pace dolorosa ma robusta che non aggredisce nĂŠ assoggetta; e nella speranza ostinata ma paziente che il Signore compirĂ la sua promessa, come aveva promesso ai nostri padri e alla sua discendenza per sempreâ.