Funerali+Benedetto+XVI%2C+la+toccante+omelia+di+Francesco%3A+%26%238220%3BNoi+grati%26%238221%3B
notiziecom
/2023/01/05/papa-francesco-omelia-funerale-benedetto-xvi/amp/
Cronaca

Funerali Benedetto XVI, la toccante omelia di Francesco: “Noi grati”

Published by
Francesco Gnagni

Bergoglio ha pronunciato l’omelia per i funerali del Papa emerito, citando la “dedizione” e la “delicatezza di Ratzinger”, due qualità che lo hanno contraddistinto in vita. Parole toccanti che hanno ricordato la vita e la speranza di Joseph Ratzinger, contraddistinta da una fede incrollabile nell’eterno. 

(Ansa)

Le parole pronunciate dal Pontefice regnante in occasione delle esequie di quello emerito, Benedetto XVI, a San Pietro, non possono che essere struggenti, dure nella commozione, toccanti e capaci di restituire lo slancio profetico della testimonianza e del pontificato ratzingeriano. La morte e le celebrazioni per Benedetto XVI hanno infatti lasciato un segno nel cuore di tanti, a partire dall’esposizione della salma che ha visto un notevole afflusso di fedeli e pellegrini in Vaticano per tre lunghi giorni, fino alla traslazione del corpo avvenuta all’alba di stamane.

L’omelia di Francesco per il funerale di Benedetto XVI

Bergoglio inizia il suo intervento partendo dal Vangelo di Luca, che descrive l’agonia di Cristo prima della morte, e le sue ultime parole in cui il Signore consegna lo spirito nelle mani del Padre. Davanti al Papa argentino è posizionata la bara di cipresso del suo predecessore, e ogni parole che fuoriesce dalla sua bocca fa pensare all’identificazione pressoché totale vissuta da Benedetto XVI con il testo biblico.

“È il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni”, inizia Francesco, invitando a “dire insieme: Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito”.

A questo punto, l’esclamazione di Bergoglio per il Papa emerito è radicale e toccante. “Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!”. Francesco ha infatti ricordato come l’intera vita di Ratzinger sia stata segnata da questa corrispondenza e penetrazione del Vangelo nella sua vita, sigillato con quelle sue ultime parole pronunciate pochi istanti prima di morire e riportate da testimoni e media in tutto il mondo: “Gesù, ti amo”. “Il suo ultimo sospiro, potremmo dire, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo”, ha spiegato Francesco.

(Ansa)

Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli: il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore”, ha proseguito il Papa, descrivendo ancora quelle del Padre celeste come “mani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinché conosciamo l’amore che Dio ha per noi e crediamo in esso”.

La vita del Papa emerito segnata da una “Dedizione orante”

Quelle stesse parole sono infatti “l’invito e il programma di vita che sussurra e vuole modellare come un vasaio il cuore del pastore, fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo Gesù”, sussurra Francesco ricordando la vita di Benedetto XVI. Un’esistenza segnata dalla “dedizione grata di servizio al Signore e al suo Popolo che nasce dall’aver accolto un dono totalmente gratuito: Tu mi appartieni… tu appartieni a loro, sussurra il Signore; tu stai sotto la protezione delle mie mani, sotto la protezione del mio cuore. Rimani nel cavo delle mie mani e dammi le tue”.

Quella di Ratzinger è infatti stata una “Dedizione orante” che “si plasma e si affina silenziosamente tra i crocevia e le contraddizioni che il pastore deve affrontare e l’invito fiducioso a pascere il gregge: come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza dell’intercessione e il logoramento dell’unzione per il suo popolo, specialmente là dove la bontà deve lottare e i fratelli vedono minacciata la loro dignità”. Così la figura del Papa emerito si erge sulla piazza gremita di fedeli, circa cinquantamila, e personalità istituzionali, sociali e politiche.

“In questo incontro di intercessione il Signore va generando la mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di là delle incomprensioni che ciò può suscitare”, spiega ancora Bergoglio, citando poi l’omelia nella Messa di inizio del pontificato pronunciata da Benedetto XVI nel 2005. “Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza”.

(Ansa)

Tuttavia, ha ricordato Bergoglio, questa dedizione di Ratzinger non è stata di certo priva di consolazione. Al contrario, è stata costantemente “sostenuta dalla consolazione dello Spirito, che sempre lo precede nella missione: nella ricerca appassionata di comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo, nella testimonianza feconda di coloro che, come Maria, rimangono in molti modi ai piedi della croce, in quella pace dolorosa ma robusta che non aggredisce né assoggetta; e nella speranza ostinata ma paziente che il Signore compirà la sua promessa, come aveva promesso ai nostri padri e alla sua discendenza per sempre“.

Published by
Francesco Gnagni