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Esteri

Charlie Hebdo, in arrivo altri guai: aperta una inchiesta

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Cristiano

Charlie Hebdo, altri guai per uno dei giornali più conosciuti in Francia e non solo. Tanto è vero che è stata aperta una inchiesta dopo altre minacce

Charlie Hebdo (Ansa Foto) Notizie.com

A distanza di anni si torna a parlare della rivista Charlie Hebdo. Otto anni fa la strage di Parigi che ha provocato la morte di 12 persone. Nel frattempo arrivano altre grande dalla Francia. Un attacco hacker ha colpito il loro sito. Il tutto nato dopo alcune caricature che riguardano Teheran e quello che sta accadendo adesso in Iran. In particolar modo il numero uno del Paese, Ali Khamenei. Tanto è vero che la giustizia francese ha deciso di aprire una inchiesta in merito.

Nel sito non si poteva più accedere. Una inchiesta che riguarda un accesso fraudolento a un sistema informatico automatizzato che riguarda: introduzione di dati, modifica fraudolenta dei dati, estrazione fraudolenta degli stessi ed altro. A quanto pare non si tratta affatto del primo attacco informatico che arriva dal Pakistan. Questo è quello che ha fatto sapere il direttore del settimanale, Riss. A seguire la vicenda gli agenti di polizia dell’intelligence interna.

Charlie Hebdo, minacciato vignettista italiano

Charlie Hebdo (Ansa Foto) Notizie.com

Le notizie che riguardano Charlie Hebdo, però, non sono affatto finite qui. Visto che c’è anche un po’ di Italia. La vicenda, però, non è affatto delle migliori visto che è stato minacciato di morte. Si tratta di un vignettista della provincia di Arezzo. Sui social in molti si sono scaraventati contro di lui. Tanto è vero che i livelli di vigilanza si sono notevolmente alzati. Si tratta di Paolo Lombardi.

Le forze dell’ordine hanno avviato delle misure di sicurezza nei suoi confronti. In particolar modo ha fatto molto rumore il suo disegno. Ovvero quello di una donna che urina sull’immagine dell’ayatollah Khamenei. Una decisione che ha fatto infuriare, non poco, l’Iran. Tanto è vero che il Paese medio orientale ha deciso di passare all’attacco. Ovvero chiudendo l’Istituto francese di ricerca in Iran.

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