La Samp dello scudetto le rovesciate, il coraggio in campo e fuori: Vialli

In una recente intervista disse: “Devo imparare a vivere senza calcio, ma non ci riesco”. Le vittorie con Samp e Juve

C’è una data in cui il popolo di fede blucerchiata ha coronato il sogno. Il 19 maggio 1991, in un Ferraris tutto esaurito, la Sampdoria batte il Lecce 3-0, sale a quota 50 punti e vince il suo primo scudetto. In quel match segna Cerezo, poi Mannini, e anche Gianluca Vialli. C’è tanto del bomber in una stagione da 19 reti, con il titolo di capocannoniere strameritato. Al triplice fischio di Lanese Genova si riempie di bandiere blucerchiate, ma nessuno forse sapeva che quell’attaccante che in coppia con Mancini formava i “gemelli del gol”, avrebbe poi tentato l’assalto alla Champions persa solo in finale, prima di diventare un idolo anche fra i tifosi della Juve.

Quello scudetto fu l’ultima storia di calcio in cui una squadra riuscì a spezzare un dominio delle milanesi, del Napoli, delle Juve e di Lazio e Roma. E nei successi bianconeri, in una fase storica per il club, ci fu anche una grossa impronta da parte del bomber nato a Cremona nel 1964. Dal 1992 al 1996 Vialli a Torino ha vinto tutto, ma il suo trasferimento fu già un record. La Juve lo scambiò per 4 giocatori, per una cifra stimata di 40 milioni di lire, la più alta in quel momento della storia del calcio. Scudetto, Champions, Coppa Uefa. C’è tutto nella storia bianconera di Vialli, leader in campo con grinta, reti, cattiveria agonistica. Per i tifosi diventa un idolo, l’attaccante che accende l’entusiasmo con rovesciate, strappi di pura potenza, la capacità di guidare i compagni in campo. Vialli per due volte arriva settimo al pallone d’oro, vince tutto e vola in Inghilterra, da calciatore e poi tecnico del Chelsea. Anche con i Blues lascia il segno, da vincente puro. C’è una coppa di Lega nel suo palmares, una Coppa d’Inghilterra e la Supercoppa UEFA strappata al Real Madrid.

Vialli
Gianluca Vialli con la maglia della Sampdoria – Ansa –

Poi altre esperienze, il Watford, la chiamata di Mancini alla quale era impossibile dire no. Vialli ha chiuso al fianco del suo “gemello del gol”, non ha mai mollato e c’è una frase che forse lo racchiude in pieno. “La mia ragazza me lo dice sempre: devo imparare a vivere senza il calcio. Devo imparare a staccare, a pensare ad altro”. Vialli la disse quando era in Inghilterra, ma a conti fatti non c’è riuscito mai. Neanche nella prima fase della malattia, superata prima di tornare in panchina, di raccontare la battaglia e poi di annunciare il nuovo stop. Gianluca Vialli lascia il mondo del calcio senza parole ma i tifosi non dimenticheranno mai quella voglia di lottare che ha unito i tifosi di tutta Italia.

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