Addio a Gianluca Vialli, negli ultimi minuti è arrivata anche la dedica da parte di Arianna Rapaccioni, vedova di Sinisa Mihajlovic. Il suo post pubblicato su Instagram è commovente [FOTO]
Il mondo del calcio, nel giro di poche settimane, ha perso pezzi importanti. Prima la scomparsa di Sinisa Mihajlovic e poi quella, di stamattina, di Gianluca Vialli. Due Campioni (sì, proprio con la C maiuscola) che hanno lasciato questo mondo presto. Troppo presto. I due si sono affrontanti in più di una occasione in campionato. Entrambi hanno avuto una passione in comune: quello della Sampdoria. Proprio lì sono diventati quelli che ora tutto il mondo conosce.
Nel frattempo è arrivato un post commovente da parte della vedova del manager serbo, Arianna Rapaccioni. Direttamente dal suo account ufficiale di Instagram spunta una immagine che commuove tutti. Quella di Vialli, con la maglia della Juventus, marcato stretto proprio dall’ex difensore centrale. In campo “nemici” (anche se è difficile anche scriverlo), ma fuori si rispettavano eccome. La didascalia della compagna fa venire davvero la pelle d’oca.
Vialli, l’addio commovente di Arianna Mihajlovic [FOTO]
Anni ’90, match tra Juventus e Sampdoria. Una immagine che vale più di mille parole. Vialli e Mihajlovic, all’epoca calciatori, si affrontano in campo. Di battaglie, loro, ne sanno qualcosa. Soprattutto quello che la vita ha riservato. Una malattia che in un primo momento hanno saputo sconfiggere. Poi, alla seconda bussata di porta, non ce l’hanno fatta. A tutti quanti noi piace pensare che, in questo momento, si trovino in un posto in cui regni la pace più assoluta.
Magari il paradiso, chi lo sa. Una cosa, però, è certa: sicuramente staranno giocando a calcio. Magari Sinisa che insegna a Gianluca come tirare i calci di punizione. L’ex capo delegazione della Nazionale che gli consiglia come muoversi da vero attaccante. “Sai quante partite lassù” concluso con un emoticon a forma ci cuoricino. Sì, noi ce li immaginiamo proprio così: a correre dietro ad un pallone, senza quella sofferenza che hanno avuto addosso per troppo tempo.