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Vialli e quel maledetto tumore: parla il primo dottore che lo operò

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Cristiano

Gianluca Vialli e quel maledetto tumore al pancreas che non gli ha lasciato alcuna via di scampo. In una intervista rilasciata al quotidiano ‘Gazzetta dello Sport’ ha parlato il primo dottore che lo operò. Raccontando vari aneddoti della malattia e soprattutto come la affrontò l’ex calciatore 

Gianluca Vialli (Ansa Foto) Notizie.com

Fa male, fa decisamente male. Il mondo del calcio, nel giro di poche settimane, ha perso tre figure storiche ed importanti: prima Sinisa Mihajlovic e Pelè, poi Gianluca Vialli. Il cuore di quest’ultimo ha smesso di battere nella giornata di ieri. Purtroppo quel maledetto tumore al pancreas, che lo aveva colpito nel 2017, non gli aveva lasciato alcuna via di scampo. Una morte che lascia, tutti quanti noi, senza parole.

Quasi cinque anni fa la scoperta di avere questo tumore. Al primo round aveva vinto proprio Gianluca. Combattendo proprio come faceva sul terreno di gioco. Questa volta, però, non ce l’ha fatta. Anche se, decisamente in questo caso, ha lottato fino all’ultimo secondo. Sempre col sorriso che lo ha contraddistinto da tutti. Nel frattempo arrivano le parole anche da parte di chi lo operò per primo.

Si tratta del dottore Alessandro Zerbi che, in una intervista rilasciata alla ‘Gazzetta dello Sport‘, ha raccontato vari aneddoti della sua malattia. Fa sapere che il nativo di Cremona già conosceva la struttura. Quando si era rivolto a lui per la cura era diventato itterico. Non si è abbattuto dopo aver appreso la notizia, ma l’ha affrontata con coraggio e lucidità. Il primo intervento andò bene e venne dimesso dopo qualche giorno.

Vialli e quel maledetto tumore al pancreas: parla il dottore che lo operò

Gianluca Vialli (Ansa Foto) Notizie.com

Anche se con molte riserve: “Si trattava di una neoplasia particolarmente aggressiva e come tutti i tumori si sarebbe potuta ripresentare“. Purtroppo è accaduto. Anche perché i dati parlano chiaro: solamente l’8%, di chi è stato colpito, è riuscito a sopravvivere alle cure.

In conclusione ha parlato soprattutto del tumore al pancreas che lo ha colpito: “Il tumore pancreatico è biologicamente più aggressivo di altri. La sua sede anatomica profonda nell’addome e il fatto che sia sprovvisto di una capsula fanno sì che le cellule tumorali si diffondano precocemente. A questo si deve poi aggiungere il fatto che, in mancanza di sintomi precoci, la diagnosi è spesso tardiva“.

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