Brasile, arresti e un governatore rimosso dopo l’assalto: cosa è accaduto

Valanghe di arresti e accuse ad un governatore. Intanto Lula manda segnali chiari: “I vandali saranno puniti”. 

Un assalto in piena regola, programmato e portato avanti dai manifestanti. Alcuni di loro erano da giorni appostati davanti al palazzo del Congresso Brasiliano, altri sono arrivati prima di fare irruzione per poi prendere d’assalto l’area.

assalto brasile
Immagini dell’assalto da parte dei manifestanti (AnsaFoto) notizie.com

Hanno sfondato i cordoni di sicurezza, distrutto le finestre e l’ingresso in un vero e proprio attacco che per ore ha tenuto il Brasile con il fiato sospeso. Dopo l’irruzione la folla si è spostata nella Corte Suprema, poi nel Palacio do Planalto, dove i manifestanti sono stati ripresi mentre sventolavano le bandiere brasiliane. I sostenitori di Bolsonaro sono stati poi sgomberati dalle forze di sicurezza ma in migliaia hanno preso parte ad un vero e proprio assalto che è stato condannato dai governi di molte nazioni. Mentre per ore le forze di sicurezza erano impegnate nello sgombero, Lula ha parlato alla nazione. Ha lanciato messaggi chiari e decisi, ha puntato il dito contro chi era a conoscenza delle intenzioni dei manifestanti, e a farne le spese è anche il governatore di Brasilia, rimosso immediatamente. 

Assalto a Brasilia: le parole di Lula

La protesta
L’assalto al Parlamento e al Congresso brasiliano (Ansa)

Sarebbero più di 400 le persone arrestate dopo l’intervento delle forze di sicurezza. Ibaneis Rocha, governatore del distretto federale di cui fa parte Brasilia, ha fornito i numeri, dichiarando che sono in corso le attività di riconoscimento dei manifestanti per assicurare alla giustizia chi si è resto protagonista di questi “atti terroristici”. Intanto il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha destituito per 90 giorni proprio il governatore di Brasilia, dichiarando poi che “queste circostanze possono verificarsi solo con il consenso e la partecipazione delle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza”.

Secondo de Moraes l’organizzazione delle presunte manifestazioni era un fatto già noto, e anche diffuso dai media brasiliani. Nel mirino finisce quindi anche Bolsonaro, accusato di essere la mente di questi assalti. Lula ha chiarito che il suo predecessore in più occasioni nei suoi discorsi ha incoraggiato i manifestanti, sottolineando che “tutti i vandali saranno trovati e puniti”, e anche che “è partita la caccia a chi li ha finanziati”. 

Il ministro della giustizia Flavio Dino ha invece affidato la sua risposta ad un comunicato in cui ha chiarito che “l’assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà”, minacciando nuovi arresti. Il clima però resta teso, mentre dagli Stati Uniti Joe Biden ribadisce il pieno sostegno da Washington per il Brasile e dall’Ue il capo degli affari esteri Borrell ha invitato Bolosnaro ad incoraggiare pubblicamente i manifestanti ad agire in maniera responsabile. Il clima però resta ancora teso, mentre continua il lavoro per tentare di individuare chi si è reso protagonista di un assalto in piena regola.

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