Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari: “Italia centrale nel ridisegnare i rapporti di forza all’interno della comunità europea”
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari ha pochi dubbi e nell’intervista concessa al quotidiano Libera spiega quali sono. “Questo governo vola alto. L’obiettivo è trasformare l’Italia, un Paese nel quale la sinistra ha reso l’illegalità una cosa con la quale convivere e i grillini hanno fatto passare il concetto che si può campare gratis, senza fare nulla ma semplicemente aumentando il debito pubblico a dismisura a colpi di bonus e redditi di cittadinanza, soldi spesi senza ritorno, convinti di avere un budget illimitato per ogni idiozia». Cambiare l’Italia? Vasto programma, direbbe il conservatore Charles De Gaulle, che così rispose a un suo collaboratore che gli suggeriva di eliminare gli imbecilli dalla Francia… «Sì, ma ci stiamo lavorando, ed è questa la notizia. La sinistra si indigna per i nostri decreti contro i rave-party o che limitano le attività delle ong in mare. Ci accusa di essere una destra liberticida ma è l’opposto: noi vogliamo rendere l’Italia un posto civile, dove i cittadini onesti possano essere davvero liberi. Oggi molte istantanee della nostra nazione potrebbero essere state scattate in un Paese del Terzo Mondo».
“I decreti su rave-party e ong servono per combattere la cultura dell’illegalità”
La rivoluzione passa per il tavolo di Giovanbattista Fazzolari, non per nulla sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il che significa lavorare fianco a fianco, nel senso fisico del termine, alla premier. Identità d’intenti e di vedute. «Stiamo tentando una svolta culturale, per estirpare i mali che frenano ltalia. La sinistra, che ci ha convissuto e se ne è fatta forte, lo ha capito e dà fuori di testa. Ma anche le forze della maggioranza lo avvertono, si vede in consiglio dei ministri, dove il clima è positivo, le polemiche delle settimane seguite alla formazione del governo sono lontane e si marcia in un’unica direzione, perché tutti sanno che l’occasione è unica e la prospettiva di lavoro può essere di cinque anni». Non sono frasi di circostanza.
Il braccio destro del premier, pur vantando ascendenze diplomatiche, non ama essere moderato nei toni né dipingere con il pastello, predilige le tinte forti e ha una lingua tagliente. Non si nasconde, come quando dice che «la congiuntura internazionale, economica e politica, è molto preoccupante, per tutti, altrimenti non avremmo dedicato i due terzi della manovra a sostenere imprese e famiglie sul caro-bollette, dovendo accontentarci di quel che è rimasto per provare a fare politica». Avete eliminato lo sconto di 20 centesimi al litro sulla benzina, mossa impopolare… «Direi popolare: quello sconto costava 10 miliardi e andava a vantaggio essenzialmente dei ceti più abbienti. Sono soldi che impiegheremo meglio». Come quelli che recupererete dal reddito di cittadinanza, altra scelta divisiva? «Tra un anno il reddito di cittadinanza non ci sarà più, ed è giusto così. Una misura culturalmente sbagliata ed economicamente fallita, che peraltro non va a tutti i poveri e neppure a quelli più poveri tra i poveri». Con cosa lo sostituirete? «Chi non può lavorare o ha figli minori a carico sarà assistito, con valutazioni caso per caso. Gli altri, se hanno meno di sessant’ anni, lavorano o si danno da fare, come dappertutto. E chi non è occupabile perché non appetibile sul mercato, avrà occasioni per qualificarsi». Non teme la recessione e una rivolta sociale? «Questo governo finora si è mosso prevalentemente a favore delle classi disagiate. Quanto alla recessione, non aiuta certo la decisione della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi. L’impennata dei prezzi oggi non è legata a una fase espansiva dell’economia ma è dovuta soprattutto al rincaro delle materie prime. Alzare i tassi contrasterà poco l’inflazione, in compenso frenerà l’economia».