Scandalo del carburante, prezzi diversi ma con la stessa insegna a pichi kilometri di distanza. Cosa sta accadendo?
Potrà sembra incredibile eppure è successo per davvero, ad avere riportato la notizia per primo è stato proprio Libero, si tratta di un vero e proprio scandalo legato al prezzo del carburante, come se il rincaro delle ultime settimane non bastasse già di per se.
Proprio negli ultimi giorni infatti si è registrato una variazione di prezzi tra due distributori che appartengono alla stessa insegna, pare si tratta di un gap di 12 centesimi al litro: una situazione incresciosa che alla conta dei fatti non sarebbe nemmeno dovuta esistere.
“Sicuramente c’è speculazione in corso” aveva dichiarato proprio nella giornata di ieri I Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e ancora: “Perché non ci possono essere dei distributori che ce l’hanno a 1,70 e distributori che ce l’hanno a 2,40”. Ma approfondiamo l’argomento.
Scandalo del carburante, la storia si ripete in tutta la Penisola
Si tratta di una situazione davvero incresciosa che sempre secondo quanto riporta Libero Quotidiano si ripete ormai da diverso tempo in tutta la Penisola, per l’amarezza di tutti i guidatori: le differenze nette si notano infatti tra i distributori situati nei centri abitati e quelli che si trovano nelle aree extraurbane.
Accanto a tutto questo, dal primo giorno di Gennaio a causa del mancato rinnovo dello sconto sulle accise, il prezzo della benzina è aumentato in modo notevole: ci sono circa 17 centesimi di differenza tra il servito e il sef-service, per non parlare del gasolio, che in quanto a prezzo, nell’ultimo periodo non è davvero da meno: “Fra il valore più caro e quello meno caro ci sono 15 centesimi abbondanti, con differenze pure fra distributori della stessa insegna. Un giallo nel giallo. E queste disparità non si spiegano con la collocazione dei punti vendita all’interno del tessuto cittadino” queste le parole riportate da Libero.
Insomma una situazione davvero incresciosa che non sembra in nessun modo essere sul punto di migliorare e a proposito delle differenze tra i vari punti vendita con la stessa insegna, non convince nemmeno la spiegazione attivata dalla Figisc Confcommercio, che rappresenta i distributori e che ha dichiarato: “Il rialzo dei prezzi è da attribuire alla fine dello sconto sulle accise. I 18 centesimi al litro di bonus scaduti il 31 Dicembre erano uguali per tutte le pompe e lo stop avrebbe dovuto produrre effetti simili”.