“San Francesco dei poveri di Palermo”, così era conosciuto da molti Fratel Biagio Conte, missionario laico di 59 anni deceduto alle 7 del 12 gennaio nella Comunità da lui fondata nel capoluogo siciliano.
Fratel Biagio era malato da diversi mesi, tanto che più volte si era vociferato di una sua presunta morte, poi rivelatasi sempre infondata. Il tumore al pancreas lo aveva provato fortemente nel fisico, al punto che tutta la città di Palermo si era unita per chiedere il miracolo della sua guarigione. Era infatti già successo nel 2014 a Lourdes, quando il missionario non riusciva più a camminare. Non sono bastate però stavolta le preghiere e le invocazioni.
Chi era Fratel Biagio Conte
Fratel Biagio era nato a Palermo il 16 settembre 1963 da una famiglia di imprenditori edili. A 26 anni decise, nel silenzio, di lasciare tutto andandosene dalla casa della sua famiglia per rifugiarsi nelle montagne siciliane come eremita. Visse così per lungo tempo a contatto con la natura, tra laghi e fiumi e dormendo sotto le stelle. La sua esperienza religiosa, volta ad inseguire in un primo momento la testimonianza umana di Gesù, “avrebbe stravolto tutta la mia vita”, spiega lui stesso nelle sue testimonianze.
Così cominciò a vivere da pellegrino, spostandosi di città in città e dormendo all’addiaccio. “Come spinto da un vento impetuoso ho iniziato a camminare, da pellegrino, attraverso le regioni dell’Italia fino ad arrivare ad Assisi, da san Francesco, a cui ho tanto sentito di ispirarmi per la sua profonda umiltà e semplicità e per l’aver donato la sua vita per Gesù e per il nostro prossimo”, scrive nella sua testimonianza. Così prese vita la sua “Missione”, un progetto che ha una sola natura: “Dedicare la mia vita per i più poveri dei poveri”.
Da allora Biagio Conte ha sempre vissuto e testimoniato il suo amore per i poveri e gli ultimi, toccando il cuore di milioni di persone e diventando un vero e proprio simbolo nella sua Palermo. Con il sacerdote don Pino Vitrano iniziò così la sua opera, la Missione di Speranza e Carità, oggi riconosciuta dalla Chiesa come associazione pubblica di fedeli. Diventando un vero e proprio interprete genuino e radicale di quella Chiesa in uscita, fattasi ultima per gli ultimi, tanto invocata e richiesta dallo stesso Papa Francesco, in un tempo estremamente difficile in cui c’è sempre più bisogno di testimonianze di amore fraterno e viscerale, senza fronzoli né ipocrisie.
Numerosi messaggi di cordoglio anche istituzionale
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio per la sua morte, insieme a quello del presidente della Regione Sicilia Schifani, del sindaco di Palermo Lagalla, dell’arcivescovo del capoluogo siciliano monsignor Corrado Lorefice, che celebrerà i funerali in Cattedrale martedì prossimo, alle 10.30. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino da oggi sino al giorno dei funerali, mentre nelle sedi istituzionali e nelle scuole di ogni ordine e grado ci saranno bandiere a mezz’asta.
Fratel Biagio si è spento nella stanza-infermeria della Cittadella del povero e della speranza in via Decollati, una delle zone più difficili della città di Palermo, accompagnato dai coloro che chiamava “i miei fratelli ultimi”, di cui si occupò per tutta la vita. “Dopo il primo pellegrinaggio ad Assisi, sulle orme di San Francesco, si dedicò ai poveri di Palermo”, ricordava nei giorni scorsi Don Pino Vitrano durante la celebrazione di una Messa in presenza anche dello stesso fratel Biagio, in condizioni di salute molto gravi. “Una sera passò dalla stazione, vide persone che dormivano all’addiaccio. Tornò a casa, prese un thermos, un Vangelo, un sacco a pelo e li raggiunse. Ai suoi genitori disse semplicemente: Ora so quello che il Signore vuole da me. Poi fondò la Missione di via Archirafi”.