Padre Gaenswein, rivelazione bomba del Die Zeit: dove finirà ora?

L’indiscrezione del settimanale tedesco dopo i numerosi attacchi del Prefetto della Casa Pontificia che hanno fatto da sfondo alle esequie del Papa emerito, di cui l’arcivescovo era uno dei più stretti collaboratori.

Gaenswein
(Ansa)

Con tutta evidenza, non correva di certo buon sangue tra il prelato tedesco e il Papa argentino. Tanto che, dopo il primo defenestramento ricordato in questi giorni, lo stesso Gaenswein ha aspettato fino all’ultimo per togliersi i suoi sassolini dalle scarpe, e che sassolini. Da contraltare, è il caso di dirlo, Bergoglio non è di certo stato troppo a guardare. E dopo averlo convocato per confrontarsi faccia a faccia sulle medesime vicende non chiarite, è arrivato infine il benservito, capitolo conclusivo del rapporto tra i due.

La rivelazione del settimanale tedesco Die Zeit

Lo ha rivelato in anteprima il settimanale tedesco Die Zeit. Padre Georg lascerà il monastero Mater Ecclesiae, dove ha vissuto fino alla morte del Papa emerito, con tutta evidenza la vera ragione che permetteva a Gaenswein di restare in Vaticano nonostante la presenza di Bergoglio. Che pare lo abbia avvisato, secondo quanto scrive il magazine di centrosinistra, con un semplice bigliettino.

Ancora peggio, insomma, di quelle brevi e laconiche parole usate nel momento in cui nel 2020 fu congedato dall’incarico di capo della Prefettura della Casa Pontificia, denunciate nei giorni scorsi da Gaenswein. Che, aveva spiegato, lo avevano fatto rimanere piuttosto male. O meglio, “scioccato e senza parole”. Pare quindi che il prelato dovrà ora lasciare il Vaticano, e nello specifico il monastero all’interno dei giardini vaticani che ha ospitato per dieci anni Benedetto XVI dopo la rinuncia, entro il primo febbraio. Pochi giorni per fare le valigie e dirigersi verso una nuova destinazione, ancora ignota.

C’è però da dire che, almeno nel passato più recente, i segretari dei Pontefici defunti si sono sempre trovati a ricoprire ruoli di rilievo, come ad esempio il segretario di Papa Giovanni XXIII, mons. Loris Capovilla che venne chiamato al compito di Prelato del Santuario di Loreto nelle Marche. Come in seguito anche il segretario di Paolo VI, Mons. Pasquale Macchi. Mentre il segretario di Giovanni Paolo II, mons. Stanislao Dziwisz, è oggi cardinale e arcivescovo emerito di Cracovia. 

La notizia arrivata nello stesso giorno dell’uscita del libro

La notizia della decisione di Francesco è arrivata nel giorno stesso in cui è finalmente arrivato in edicola il libro di cui si è discusso molto in questi giorni, scritto da monsignor Gaenswein insieme al giornalista Saverio Gaeta e intitolato Nient’altro che la verità. Un testo in cui Gaenswein rivela per la prima volta molti dei retroscena inediti che hanno caratterizzato il rapporto tra l’uomo probabilmente più vicino a Ratzinger, che viveva con il Papa emerito insieme alla quattro “Memores Domini” che si prendevano cura di lui, formando tutti insieme la così ribattezzata dai giornalisti “Famiglia Pontificia”.

Gaenswein
(Ansa)

Dagli scandali legati al Pontificato di Benedetto XVI, tra cui Vatileaks, alle varie incomprensioni e fino al passaggio cruciale delle dimissioni, fino ai “contrasti” con Bergoglio sulla messa in latino. Ricostruzioni che di certo non hanno piacere al Papa regnante, che forse meditava già da tempo l’allontanamento di Gaenswein dalla Santa Sede. Se non altro, reso effettivo subito dopo la dipartita di Benedetto XVI.

Anche se Gaenswein stesso cita più volte nel testo, con chiarezza, la presenza in Vaticano di queste due fantomatiche “tifoserie”, una più progressista l’altra più conservatrice, che tentavano di generare tensioni nei Sacri Palazzi, utilizzando i due Pontefici come improbabili loro portavoce. Nonostante il rapporto tra i due fosse, spiega ancora l’arcivescovo tedesco, estremamente affettuoso e cordiale. 

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