Le nuove bombe nucleari tattiche stanno per arrivare nella base militare di Ghedi, in provincia di Brescia e serviranno ad armare gli aerei italiani
Gli Stati Uniti hanno accelerato da mesi la produzione e messa in campo di una versione aggiornata delle bombe B61-12. La dislocazione di queste armi nucleari nelle basi Nato e alleate è partita dalla scorsa primavera e ora è prevista la consegna degli ultimi esemplari nei primi mesi di questo 2023.
L’Italia ha rinunciato a dotarsi di ordigni atomici, ma non ha aderito al Trattato per la proibizione delle armi nucleari delle Nazioni Unite, così tutto rientra nell’accordo fra Nato e Washington del “Nuclear sharing”, la cosiddetta “condivisione nucleare” in base alla quale le bombe sono sotto il controllo americano ma, in caso di necessità, cedute in uso alle forze armate dell’Alleanza.
Una bomba dagli effetti inimmaginabili
Nella continua escalation di proclami e mezze smentite sulla possibilità di una guerra nucleare dopo l’invasione russa dell’Ucraina c’è una mossa a sorpresa degli Stati Uniti. Il Pentagono, infatti, ha anticipato la sostituzione delle bombe atomiche B61, dislocate in Europa con l’Usaf, l’aviazione militare statunitense, ma a disposizione della Nato, con una versione aggiornata, le cosiddette B61-12. Si tratta di armi tattiche nucleari, ossia pensate per colpire in un’area delimitata di terreno, ma questo, ovviamente, non le rende meno letali. La potenza effettiva delle nuove B61-12, può variare da 0,3 a 50 chilotoni, cinque volte superiore alla bomba di Hiroshima. Ma possono anche essere fatte esplodere sotto la superficie terrestre aumentando così la loro capacità distruttiva fino a raggiungere i 1.250 chilotoni, cioè circa 83 bombe come quella sganciata sulle città giapponesi e che hanno posto fine alla Seconda guerra mondiale.
Gli aerei italiani saranno armati con ordigni nucleari
L’Amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale americana ha confermato che la nuova versione della bomba può essere lanciata sia dal bombardiere stealth B-2A, sia da caccia a duplice capacità convenzionale e nucleare, e tra questi vi sono gli F-16C/D statunitensi schierati ad Aviano e i Tornado italiani PA-200 schierati a Ghedi. Ma soprattutto ancora più idonei ad essere equipaggiati con le micidiali armi tattiche nucleari sono proprio gli F35 già operativi anche nell’Aeronautica italiana.
La presenza di tali armi rende le basi dislocate sul nostro territorio obiettivi ancora più sensibili in caso di eventuale attacco, in particolar modo se si tiene conto dell’attuale contesto internazionale e del conflitto ucraino. “Tutta la produzione necessaria di B61-12 sarà completata nell’anno fiscale 2026”, questo è quanto dichiarato dall’amministrazione statunitense e il loro numero effettivo resta però segreto, come resta in gran parte segreta la loro dislocazione geografica.