E’ polemica aperta con le Ong, ma il Governo va avanti nel suo progetto che la Meloni ha chiamato Piano Mattei
Le Ong attaccano il governo Meloni, lo accusano di ostacolare i soccorsi in mare e concedere porti d’attracco troppo lontani, e due esponenti di primo piano del governo Meloni, ossia il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il collega agli Interni Matteo Piantedosi partono per la Turchia per stringere accordi con uno dei principali Paesi di transito dei migranti, e la Turchia è anche centrale per coordinare con la Libia il contrasto agli scafisti. È il «Piano Mattei», scrive il quotidiano Libero, annunciato dal premier Meloni nel discorso d’insediamento a ottobre: «Credo che l’Italia debba farsi promotrice di un piano Mattei per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e crescita tra Unione Europea e nazioni africane». Queste le parole del fondatore di Eni, morto nel ’62: «Noi non entriamo più come degli estranei in questi Paesi, ma in un ambito di cooperazione». Partiamo da qui.
Tajani sarà ad Ankara domani: in Turchia incontrerà l’omologo Mevlüt Cavoulu. Tajani martedì ha avuto un lungo colloquio telefonico col ministro degli Esteri tunisino, Othman Jerandi e i due – si legge nella nota del governo di Tunisi hanno sottolineato «la necessità di rafforzare la cooperazione e il coordinamento sulla migrazione irregolare» attraverso «un approccio globale». «L’Italia», ha rimarcato il ministro degli Esteri tunisino, «è il primo partner strategico». Tajani ha chiesto garanzie a Tunisi «perché ci siano maggiori controlli e vengano rispettati gli accordi di rimpatrio dei tunisini che arrivano in Italia in modo irregolare». In cambio l’Italia si impegna a maggiori investimenti nel Paese africano.
Si cercano degli accordi con la Turchia, polo centrale pure con la Libia
Lunedì invece sarà la volta di Piantedosi, in Turchia, e incontrerà il ministro dell’Interno Suleyman Soylu. Il governo è al lavoro per stringere accordi coi Paesi di partenza dei migranti, oltre a quelli di passaggio, e questo è stato uno dei temi al centro del vertice di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni, Tajani, Piantedosi, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Durante la riunione, durata quasi due ore, è stato fatto il punto sulle partenze e sugli sbarchi irregolari.
«Dopo la stretta sulle Ong e il lavoro in sede europea», hanno riferito fonti di Palazzo Chigi, «quello sugli accordi con gli Stati del Mediterraneo è un altro pilastro della strategia dell’esecutivo». Non è trapelato molto di più perché all’incontro erano presenti anche i vertici dell’intelligence, rappresentati dalla direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni. Tajani e Piantedosi a stretto giro andranno anche in Tunisia e in Libia, dove non si esclude che possano presentarsi assieme. Veniamo, anzi torniamo alle Ong, con le quali ieri Piantedosi ha avuto un duro botta e risposta.