Il sottosegretario Delmastro sul CorSera va all’attacco della legge scritta e firmata dall’ex ministro della Giustizia: stileremo una lista di casi
Sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove manca la querela delle vittime e tre boss della mafia rischiano di uscire. La riforma Cartabia va cambiata? «Ci stiamo lavorando». Risponde così il politico all’intervista del quotidiano Corriere della Sera e prosegue, veramente dal ministero della Giustizia dicono che ci sono due anni di tempo. Nel frattempo? «È vero, la legge dice che ci sono due anni di tempo ma i fatti di Palermo ci dicono che non possiamo aspettare così a lungo. E ci metteremo mano velocemente»». Non è che in via Arenula c’è chi la pensa in modo diverso da lei? «In via Arenula c’è la sede del ministero della Giustizia, io sono il sottosegretario e dico che la riforma Cartabia va cambiata. I fatti successi sono gravissimi. E mi sento di poter assicurare che agiremo in fretta».
In quale direzione? «Non possiamo pensare di mantenere l’obbligo di querela di parte una serie di reati. E se la vittima non ha il coraggio di presentarla perché nel frattempo è stato contattato, si sente in pericolo? E se la ritira perché ha subito minacce? Guardi che questa norma riguarda anche reati gravi. Vuole che ne dica uno?» Dica. «Il sequestro di persona. È previsto che se il sequestrato non presenta querela non si possa procedere. Ma stiamo scherzando? È vero che parliamo di sequestro di persona semplice. Ma non è necessario che ci siano anche delle aggravanti. È gravissimo di suo, perché chi lo subisce diventa vittima due volte».
“La Cartabia? Non è che ho votato contro, ho tuonato contro la riforma del governo dei migliori”
Come vorrebbe modificare la norma? «Penso che per una serie di reati che stiamo valutando non debba essere necessaria la querela per le condanne». Dunque sarà stilata una lista con reati esclusi dall’obbligo e altri reati inclusi? «È ovvio che è molto diverso se chiedo l’obbligo di querela per un reato di semplice danneggiamento se lo chiedo per un sequestro di persona». A Palermo erano lesioni personali. In una lista di reati gravi probabilmente questo non ci sarebbe stato. Non è così? «Certo. Infatti dobbiamo includere nella lista tutti i reati che possono avere a che fare con la criminalità organizzata, come in questo caso, o con delinquenti che possono intimidire o minacciare la vittima. Sia personalmente che tramite parenti, amici, affiliati».
I casi come quello di Palermo sono un’eccezione o la regola? «Mi dicono che statisticamente il fenomeno non sia particolarmente diffuso. Per fortuna, dico io. Ma per quanto mi riguarda la cosa è talmente allarmante che non possiamo lasciarci rasserenare dalla statistica. Fosse anche un unico caso non sarebbe accettabile». Ma i suoi alleati di governo sono d’accordo con lei o assisteremo, ancora una volta a chi frena, chi si dissocia e chi fa dei distinguo? «Sulle tematiche della sicurezza all’interno del centrodestra c’è perfetta identità di vedute». C’è chi vi accusa, come Fratelli d’Italia, di non essere stati sempre contrari alla Riforma Cartabia. «Come no? Io c’ero e non è che ho votato contro, ho tuonato contro la riforma del governo dei migliori». Ma sull’obbligo di querela in commissione non vi siete astenuti? «Me lo hanno chiesto. Non ho ancora verificato. A volte in commissione ci possono essere astensioni tecniche. Non lo so. Non me lo ricordo. Quello che è certo è che quello che vale è il voto in aula. E in aula abbiamo votato “no” alla querela obbligatoria».