Criscito-Genoa, al minimo salariale: il ritorno è un vero atto d’amore

L’ex difensore del Toronto, tornato per l’ennesima volta a Genova qualche settimana fa dopo l’avventura in MLS, ha firmato per il minimo contrattuale 

Il calciatore si era trasferito a Toronto dallo scorso giugno per giocare in MLS, nella stessa squadra in cui militano Federico Bernardeschi e l’ex capitano del Napoli Lorenzo Insigne. Un’avventura durata però lo spazio di pochi mesi, che si è conclusa con l’addio al club canadese nel mese di novembre e al rientro in Italia.

Criscito ha giocato sei mesi nella MLS
Domenico Criscito è tornato al Genoa – Notizie.com – Ansa foto

Dopo 576 presenze in carriera da professionista di cui ben 274 nel Genoa, Domenico Criscito, a 36 anni, ha deciso di mettere da parte tutto per tornare a casa, proprio in quel Genoa che aveva salutato soltanto qualche mese fa, accettando di giocare al minimo salariare consentito dalle norme federali.

Come un semplice metalmeccanico

Duemila euro al mese, il minimo sindacale per un calciatore come stabilito dalle norme federali. Questo sarà lo stipendio che il Genoa verserà a Domenico “Mimmo” Criscito fino al termine della stagione che l’ex difensore disputerà con la sua vecchia squadra in Serie B, dopo averla lasciata soltanto nel giugno scorso per provare a concludere la carriera nella Major League Soccer americana con il Toronto. Se non è un atto d’amore questo poco ci manca. L’accordo era stato già raggiunto a dicembre scorso, ma il regolamento italiano ha aperto la finestra di mercato soltanto dal 1 gennaio del nuovo anno, ora tutto è diventato ufficiale: il capitano è tornato a casa.

Il Genoa milita in serie B
Il giorno più amaro per Criscito – Notizie.com –

Una storia davvero romantica

Era più che altro un debito d’onore che Criscito sentiva di dovere alla squadra alla quale si sente più legato, di cui è stato capitano. Domenico ha capito che c’era ancora un cerchio da chiudere. Quel suo errore dal dischetto al 51’ della ripresa nel derby di ritorno del 30 aprile scorso costò la sconfitta al Grifone e, di fatto, quei tre punti valsero come ipoteca della salvezza sampdoriana e della retrocessione genoana. Lui aveva già scelto di andare via a provare altro, ma in cuor suo sapeva che non poteva finire così la sua storia in rossoblù, lui che era anche entrato nella top ten delle presenze della storia ultracentenaria genoana. Ecco quindi la decisione non banale, dove non contano i soldi, non conta il contratto da firmare, conta soltanto avere la possibilità di chiudere in maniera diversa. Poi a giugno quegli scarpini andranno definitivamente appesi al chiodo e comincerà la sua seconda vita, ma oggi bisogna chiudere quel cerchio.

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