Dopo il si della Corte Costituzionale, possono partire le richieste di rimborso dell’Imu per quanto riguarda il diritto all’esenzione multipla
Dopo la sentenza emessa dalla Corte Costituzionale a fine ottobre scorso, possono partire le richieste di rimborso dell’imposta municipale legata al possesso di immobili per i coniugi con residenze diverse, a patto però di poter dimostrare l’effettivo uso dei due immobili come abitazione principale.
L’IMU, Imposta Municipale Propria, è il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011 e si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. Dal 2011 ad oggi la normativa IMU è stata sottoposta a diverse modifiche, l’ultima delle quali sopraggiunta con la Legge di Bilancio 2020, che ha cancellato la TASI accorpandola di fatto all’IMU.
La sentenza dei giudici della Corte Costituzionale è arrivata il 13 ottobre dello scorso anno e stabilisce che i coniugi che hanno diversa residenza in realtà non avrebbero dovuto pagare alcuna tassa, su nessuna delle due abitazioni. In sostanza la sentenza ha dichiarato illegittima la norma del 2011 che limitava l’esenzione Imu solo alla prima casa, relegando l’altra a seconda e, in quanto tale, soggetta all’imposta sugli immobili. E questo, spiega la Consulta nelle motivazioni della sentenza, perché altrimenti sarebbe discriminato chi decide di sposarsi o di costituire un’unione civile rispetto ai conviventi di fatto.
Quindi niente Imu sulla seconda casa se è la residenza di uno dei coniugi e possono partire le richieste di rimborsi. L’arco temporale preso in esame è quindi quello che va dal 2017 al 2022, dal momento che in realtà già prima di questa data la legge prevedeva l’esenzione dal pagamento IMU per i coniugi che si ritrovavano a vivere in tali condizioni.
La sentenza quindi autorizza la richiesta dei rimborsi perché riconosciuti come dovuti, anche con effetto retroattivo per quanto concerne la loro restituzione. La domanda deve essere presentata al proprio Comune di residenza entro 5 anni dal versamento effettuato oppure da quando è sorto il diritto alla restituzione, cioè al 13 ottobre 2022, momento in cui la sentenza della Corte costituzionale è stata depositata.
Alla richiesta di rimborso possono aderire anche i proprietari di case che appartengono alle categorie considerate “di lusso”, come le ville che sono comunque soggette a Imu e potranno richiedere così la differenza tra quanto dovuto in base alla sola aliquota abitazione principale e quanto invece effettivamente pagato. La richiesta di rimborso può essere applicata anche nei casi in cui vi sia un contenzioso pendente, ma solo in particolari circostanze. Infatti, se il Comune ha già inviato un avviso di accertamento e il cittadino ha già pagato non vi sarà purtroppo più alcuna possibilità di chiedere il rimborso.