La Comunità europea ha dato il via libera per applicare sulle bottiglie di vino l’etichetta con i rischi per la salute. Italia, Francia e Spagna non ci stanno
La decisione ha di fatto confermato che le autorità nazionali possono adottare la legge già utilizzata in tutto il mondo per le sigarette. Legge che mette in guardia sugli effetti nocivi del fumo e arriva nonostante i pareri contrari di molti paesi europei, che considerano la misura controproducente per il mercato interno.
L’Irlanda ha già annunciato che sarà la prima nazione ad adottare un’etichetta per vino, birra e liquori e avrebbe già notificato la decisione a Bruxelles, dal 1 gennaio potrà adottare la legge voluta dalla Ue.
Il vino come le sigarette
“Un bicchiere di vino fa bene al sangue”, questo era il detto dei nostri nonni che erano soliti farsi il famoso “cicchetto” nel bar sotto casa nei lunghi pomeriggi. Parliamo di molti anni fa, perché ora, fermo restando che un bicchiere di vino a pasto certo male non fa, è l’abuso di qualsiasi genere di alcol fin da giovanissimi a creare davvero danni, a volte irreparabili, nell’organismo dell’uomo. Ecco che la decisione suggerita, e da alcuni paesi già adottata, da parte della Ue, fa già molto discutere. E’ stato infatti definitivamente dato il via libera alla norma, notificata già a giugno dall’Irlanda a Bruxelles, che consente di adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e ancora “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”.
Esattamente quello che oramai da molti anni appare sui pacchetti di sigarette praticamente in tutto il mondo. Per Dublino, e dovrebbe esserci anche una forte riflessione da parte di tutti gli paesi anglosassoni, il forte consumo di alcolici è un’emergenza sanitaria nazionale e giustifica etichette che dovranno contenere un avvertimento sui danni del consumo di alcol, un monito sul suo legame diretto con tumori mortali, eventuali i rischi per la gravidanza e la quantità effettiva di alcol in grammi contenuta nella bottiglia.
Il no di molti altri paesi europei
La decisione presa da Bruxelles ha di fatto spiazzato altri paesi europei che immediatamente hanno risposto con un coro di no alla proposta. Infatti, Italia, Francia, Spagna e altri sei Stati Ue avevano già manifestato i loro pareri contrari perché consideravano la misura una barriera al mercato interno. La preoccupazione in particolare dell’Italia, tra i Paesi in prima linea nella produzione del vino, è quella di demonizzare una produzione e soprattutto un consumo che, se fatti nella giusta maniera, non implicherebbero tutti i pericoli descritti dalle nuove etichette di avvertenza da applicare sui prodotti, rischiando di danneggiare gravemente uno dei prodotti commerciali nostrani più importanti, conosciuto in tutto il mondo.
“È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, diventato in Italia l’emblema di uno stile di vita attento all’equilibrio psico-fisico, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol”. Secondo la Coldiretti, infatti, quest’autorizzazione che la Ue ha concesso, mette a rischio una filiera che soltanto in Italia produce 1,3 milioni di posti di lavoro. Inoltre un sondaggio, commissionato proprio dall’associazione, avrebbe già fatto capire come un quarto delle persone smetterebbe di bere totalmente se leggesse certe avvertenze sulle etichette delle bottiglie.
