La siccità che ha colpito il bacino idrico di Valdecañas, nella provincia di Cáceres, ha permesso di ricostruire la struttura del centro abitato perduto nel tempo
Era ricoperto dall’acqua dal 1957, ma oggi, approfittando del periodo di siccità che sta caratterizzando il bacino idrico di Valdecanas, nella provincia di Cáceres, in Spagna, gli archeologi hanno riportato completamente alla luce la struttura di un’antichissima città romana.
La zona, nella parte occidentale della Spagna quasi al confine con il Portogallo, da molti mesi è colpita da una forte siccità e questa mancanza di piogge ha ridotto tutti i bacini idrici e i corsi d’acqua nelle vicinanze, riportando così alla luce molti manufatti rimasti anche per secoli nascosti sotto le acque.
Secondo uno studio pubblicato in luglio nella rivista Nature Geoscience, il cambiamento climatico ha portato la penisola iberica al livello più secco degli ultimi 1200 anni e ci si aspetta che le piogge invernali diminuiranno ancora di più. Anche quest’annata non è stata da meno e, in alcune della Spagna, la siccità ha portato a una diminuzione di quasi del 30% la portata degli invasi d’acqua presenti. Uno di questi, quello del bacino idrico di Valdecañas nella provincia di Cáceres, ha permesso però agli archeologi spagnoli una scoperta incredibile. Data la mancanza di pioggia e sfruttando la siccità e il livello dell’acqua giunta ai suoi minimi storici, sono riusciti a ricostruire la struttura di una città inghiottita ben sette decenni fa, la città romana di Augustobriga, il noto centro urbano della Lusitania vetoniana. Di questa città romana si hanno notizie fin dal XVI secolo, quando vari studiosi dell’epoca si interessarono alle sue rovine, integrate poi nell’area urbana della scomparsa di Talavera la Vieja, attualmente anch’essa sommersa.
Dalla ricostruzione fatta dagli archeologi, sono state riassemblate tre necropoli, diversi templi, un’iscrizione funeraria, che è stata estratta e depositata nel Museo di Càceres e una possibile cisterna, ma la convinzione degli esperti è che un’intera città giaccia ancora sepolta dall’acqua. Augustobriga era considerata all’epoca un importante centro di passaggio sulla stessa strada che collegava le grandi città di Augusta Emérita (Mérida) e Cesaraugusta (Saragozza).
Non è il primo ritrovamento in Spagna a causa della siccità che, prosciugando un bacino d’acqua, scopre qualche tesoro nascosto. Qualche mese fa era riemerso quello che i media locali avevano ribattezzato lo “Stonehenge spagnolo”, un cerchio megalitico di Guadalperal composto da 140 pietre con chiari segni di deterioramento. Scoperto dall’archeologo tedesco Hugo Obermaier nel 1926, ma nel 1963 fu sommerso dalle acque in seguito alla costruzione di un bacino idrico nella zona.