Matteo Messina Denaro, chi è Lucio Arcidiacono: ovvero il carabiniere che ha posto la parola “fine” alla latitanza del pericoloso boss siciliano
Prima notte nel carcere 41bis per Matteo Messina Denaro. La latitanza del pericoloso boss siciliano è terminata proprio con l’arresto che si è verificato verso le ore 8 del mattino a Palermo. Precisamente nella clinica ‘La Maddalena‘ dove l’ex latitante doveva sottoporsi ad alcuni esami per via del suo cancro. A irrompere all’interno della struttura i carabinieri del capoluogo siciliano ed i Ris. A stringere le manette, attorno ai polsi del boss, è stato l’uomo inquadrato in foto. Si tratta di Lucio Arcidiacono. Subito dopo la conferenza stampa straordinaria tenuta dalla Procura di Palermo, in merito all’arresto di Messina Denaro, il colonnello ha rilasciato delle dichiarazioni ai giornalisti che lo stavano attendendo.
Nel momento dell’irruzione i militari hanno circondato l’uomo. Il boss non ha potuto fare altro che arrendersi. Una volta che il colonnello gli ha chiesto se confermava la sua identità la risposta non si è fatta attendere: “Lei lo sa chi sono io. Sono Matteo Messina Denaro“. Lucio Arcidiacono è il comandante del primo reparto investigativo del Ros dei carabinieri. L’arrestato si era recato all’interno della clinica per sottoporsi ad un ciclo di chemioterapia, dopo che era stato operato per rimuovere il tumore che lo ha colpito al colon. Lo stesso carabiniere ha confermato la gravità della malattia da parte dell’uomo.
Messina Denaro, parla il colonnello Arcidiacono che lo ha arrestato
Queste sono state altre sue parole in merito all’operazione che ha portato all’arresto del boss siciliano: “È stato organizzato un intervento molto complesso, con un dispositivo importante che era stato formato con personale proveniente da diverse articolazioni dell’arma dei carabinieri. C’era una componente più specialistica che era rappresentata da personale del Gis. La componente del Ros ha curato le attività investigative”. Si è trattato di una operazione che andava avanti da anni. I problemi in merito ce ne sono stati eccome. Il primo riguardava proprio il viso del latitante.
“Non lo avevamo mai visto. Era la prima volta. Per superare questo problema ci siamo dovuti organizzare in maniera massiccia“. Come è stato trovato? Il colonnello ha rivelato che solamente grazie alla maglia di cinturazione che gli era stata predisposta. I militari lo hanno riconosciuto. Così hanno arrestato sia il boss che il suo complice. Il boss, a quanto pare, non si era accorto di nulla: “Non sapeva che eravamo nella struttura. Era uscito solo un momento. Aveva capito che stava succedendo qualcosa quando ha visto una massiccia presenza all’esterno. Ha tentato di allontanarsi, ma era circondato“.