Pif, attore e regista palermitano, sbotta in tv contro chi ritiene ingiusto l’arresto di Matteo Messina Denaro: la reazione è diretta.
Il cerchio si è chiuso, e restano le immagini di un arresto eclatante, che chiude dopo 30 anni una latitanza lunghissima e una caccia all’uomo ricca di indiscrezioni, soffiate, ricostruzioni sul volto e sugli spostamenti dell’ultimo boss di vecchia generazione di Cosa Nostra.
Matteo Messina Denaro è stato assicurato alla giustizia, e i dettagli che emergono, dalla sua latitanza in Sicilia, fino alle reazioni delle persone, alimentano il dibattito. I cittadini di Palermo presenti sul posto hanno gioito, si sono congratulati per l’operazione. Poi il dibattito si è allargato, fra chi reputa il blitz un colpo perfetto e chi invece avanza dubbi sull’arresto. Mettere in discussione la cattura di uno dei boss più ricercati al mondo, secondo il regista e attore palermitano ma anche per la maggior parte dell’opinione pubblica, è un errore di quelli pesanti, e Pif lo ha chiarito in una intervista su Repubblica.
Pif ha sottolineato che il muro di omertà in Sicilia è crollato, e che la cattura “dell’ultimo dei corleonesi segna la sconfitta definitiva della mafia di Toto Riina e di una strategia perdente da parte del boss”. Intervistato poi su Rai Tre, Pif ha sbottato dopo aver visto un servizio in arrivo da Castelvetrano.
“Credo che nel 2023 non si possono sentire queste cose”. Pif in diretta su Cartabianca reagisce ad un servizio realizzato a Castelvetrano, nel paese di Matteo Messina Denaro. Fra le tante persone intervistate, qualcuno giudica sbagliato l’arresto del latitante, e la reazione dell’attore e regista non si fa per nulla attendere. “Non è stato giusto arrestare Matteo Messina Denaro? A questa persona posso dire solo vaff…..”.
Pif prosegue rivolgendosi alla conduttrice e rincara la dose evidentemente infuriato dopo aver sentito le parole nel servizio. “Stai zitto – ha affermato rivolgendosi all’uomo intervistato –, con quale coraggio guardi i tuoi figli, che uomo sei. Nel 2023 non c’è più giustificazione”.